LE SCHIARITURE DEI CAPELLI: 10 TRA LE PRINCIPALI TECNICHE

DAGLI ANNI ’80 AL 2023: L’EVOLUZIONE DELLE SCHIARITURE PER CAPELLI “BACIATI DAL SOLE”

 

Le schiariture dei capelli che abbiamo visto proposte dai più grandi hairstylists nel corso degli anni, a creare suggestivi effetti speciali, hanno subito evoluzioni, ma anche parecchie rivisitazioni. Tra tante ne abbiamo scelte dieci.

Abbandonate le tradizionali mèches che tanto hanno spopolato negli anni ’80  e ‘90, con ciocche di capelli decolorati in modo deciso in cui lo stacco tra il riflesso e il colore di base risultava netto e artificioso o i “colpi di sole o di luce” con schiariture meno accentuate ma sempre poco naturali, negli ultimi anni si sono moltiplicate le tecniche per proporre teste con riflessature sapientemente distribuite, per effetti “sunkissed”  molto simili a quelli prodotti da una vacanza estiva.

Mèches tradizionali

Una tra le tecniche più note, molto richiesta soprattutto nel periodo estivo, è il “Balayage”, effettuata a mano libera e pensata per schiarire o colorare i capelli in maniera naturale, meno evidente sulle radici e più marcata su lunghezze e punte. Il Balayage crea schiariture irregolari, alcune larghe e alcune più sottili, alcune distanti dalla radice, altre invece attaccate alla radice stessa, il cui effetto finale sarà un’illuminazione generale della chioma, con punti luce concentrati su alcune ciocche, proprio come se si trattasse di naturali riflessi generati dal sole. Il Balayage si può fare su qualunque base e su capelli di qualunque lunghezza purchè si individuino le giuste tonalità  per donare alla chioma i migliori contrasti.

Balayage – foto da web

Meno frequente del Balayage, ma comunque presente, il Reverse Balayage” è l’opposto della precedente tecnica, ossia parte dalla radice, creando sfumature che si scuriscono arrivando alle punte.

Reverse balayage – foto da web

Come non citare poi lo “Shatush”, forse un po’ superato ma ancora richiesto, dove la schiaritura viene effettuata applicando il decolorante su capelli cotonati alla radice, in modo compatto, da metà lunghezze fino alle punte.

Shatush – foto da web

Balayage e Shatush sembrano dare risultati finali abbastanza simili, ma in realtà le due tecniche sono molto diverse tra di loro.  Mentre lo Shatush è sola decolorazione, il Balayage può prevedere decolorazione ma anche colore, utilizzati in contemporanea per ottenere più giochi e sfumature. Entrambe sono tecniche a mano libera anche se l’evoluzione del Balayage può prevedere l’utilizzo della stagnola. Il Balayage poi non prevede la cotonatura, caratteristica classica dello Shatush che risulta particolarmente invasiva per chi ha capelli fragili o già trattati, per i quali, quindi, il Balayage è più indicato.

Per l’estate sono richiestissime le “Shadow roots”, un gioco di sfumature che lascia le radici più scure, come a creare un’ombra (da cui il loro nome) limitando le schiariture alle sole lunghezze, sfumate più chiare, a riprodurre un effetto estremamente naturale, come capelli schiariti dal sole. La studiata “ombreggiatura” alle radici, permette di camuffare l’antiestetico effetto della ricrescita ed è quindi particolarmente adatta per il periodo delle vacanze.

Shadow roots – Foto da web

E a proposito di ombre,  anche il “Sombrè”, conosciuto pure come “soft ombré” è ritornato tra le tendenze dell’estate 2023. E’ una tecnica ideale per regalare l’effetto “baciati dal sole” alle chiome di qualunque tonalità, senza abbandonare il colore naturale. L’”ombreggiatura” citata nel suo nome, in questo caso significa il passaggio da una nuance all’altra in modo impercettibile, senza stacchi cromatici evidenti. Ad essere coinvolte nel trattamento sono solo le punte e in parte anche le lunghezze, mentre le radici e la sommità rimangono escluse. Normalmente vengono mixate due tonalità della stessa famiglia di colore, per cui l’ombreggiatura risulta estremamente delicata, con schiariture dolci, naturali e appena percettibili.

Sombré – Foto da web

Un altro effetto ancora di grande tendenza è il “Face Framing”, una tecnica di schiaritura che si limita alle due ciocche laterali che incorniciano il viso. Si può fare su capelli scuri e chiari, corti e lunghi, ma bisogna studiarla con attenzione, tenendo conto della forma del viso e delle tonalità di base dei capelli e, proprio perché si limita ad un’area ben precisa, diventa fondamentale non commettere errori!

Face framing – Foto da web

Hanno spopolato nell’estate 2022, ma anche quest’anno sono richiestissime: sono le  “Babylights”, una modalità di decolorazione verticale caratterizzata da schiariture molto sottili, che danno luce e volume anche ai capelli molto fini, grazie al sapiente gioco di luci e ombre creato dalla leggera alternanza di toni scuri e chiari.

Il nome “baby” allude alle dimensioni delle riflessature, ma anche all’effetto che vuole ricreare, simile alle schiariture naturali che illuminano i capelli dei bimbi verso la fine delle vacanze estive.

Le Babylights possono essere realizzate nella nuance che si preferisce, di solito di qualche tonalità più chiara rispetto a quella di partenza e, a seconda dei gusti o del proprio incarnato, può virare su colori caldi e mielati o su toni più freddi. 

Trattandosi di schiariture molto delicate, sono indicate sia per chi vuole solo avere riflessi che diano un effetto di maggiore luminosità, sia per chi intende proprio schiarire i capelli, ma in modo graduale. La tecnica prevede un movimento verticale dove le ciocche, divise in piccolissimi ciuffetti ravvicinati, vengono schiarite dall’alto al basso, a partire dall’altezza che si preferisce.

Baby lights – Foto da web

Ma la tendenza più in voga per l’estate 2023, arriva dai social, dove tutti ne parlano con commenti più o meno positivi. Si tratta dello SCANDINAVIAN HAIRLINE, i “colpi di luce al contrario”, ossia la decolorazione delle sole radici che vanno a creare  attorno al volto una sottile linea di capelli più chiari. E’ una tecnica scandinava che prevede l’applicazione del decolorante direttamente lungo l’attaccatura dei capelli senza alcuna carta stagnola, andando a catturare anche i cosiddetti baby hair, ossia i capelli molto corti e indisciplinati presenti nella zona della fronte e delle tempie.

L’effetto ottenuto è quello di creare attorno al viso una sorta di aureola chiarissima, che dona un aspetto angelico, simile a quello di una dea nordica. Lo scandinavian hairline viene di solito effettuato su chiome già bionde, per rafforzare lo stacco con il viso, ma è una tecnica che viene utilizzata anche per i capelli scuri, limitandosi a schiarire l’area dell’attaccatura di due toni rispetto al colore originale.

Rispetto alle tradizionali schiariture come il “balayage” che va a schiarire solo le lunghezze senza arrivare all’attaccatura creando così un effetto modulato e sfumato, questa tecnica è molto più omogenea e netta e il risultato ottenuto è decisamente più luminoso.

Non si può però fare a meno di riscontrare delle criticità. La tecnica dello “scandinavian hairline” prevede infatti che il decolorante venga applicato direttamente sulla pelle, senza la barriera delle stagnole, determinando quindi possibili reazioni cutanee che vanno dagli arrossamenti, ai pruriti, alle bruciature e, nel caso di prodotti particolarmente aggressivi, a vere e proprie ustioni.

Modalità di applicazione del decolorante nelle Scandinavia Hairline – Foto da web
Risultato finale Scandinavian Hairline – Foto da web

Noi di H.K.Hair Kulture per tutte le tecniche di decolorazione, proponiamo FORCE BLU DECO’, il nostro decolorante senza ammoniaca e schiarenti aggressivi, che consente di ottenere eccellenti sfumature, senza compromettere la salute di cute e capelli. In modo particolare, per la SCANDINAVIAN HAIRLINE, vista l’applicazione effettuata direttamente in cute in corrispondenza dell’attaccatura dei capelli, per evitare irritazioni e reazioni avverse, consigliamo di miscelare FORCE BLU DECO’ alla crema protettiva DERMAL PROTECTION della linea tricologica IKS.

Qualunque sia la tecnica applicata, la decolorazione rimane comunque un’ operazione invasiva per i capelli, soprattutto se effettuata con prodotti molto aggressivi.

Diventa pertanto indispensabile  valutarne la condizione prima di sottoporli a certi trattamenti, così come è assolutamente doveroso riservare cure e attenzioni particolari alle lunghezze decolorate, che vanno lavate, idratate e nutrite con prodotti adeguati, volti a ripristinare il loro naturale equilibrio.

La linea tricologica IKS delle soluzioni secondo natura, propone Shampoo specifici per lunghezze destrutturate, privi di tensioattivi aggressivi e Ristrutturanti,  a base di proteine vegetali e altri estratti naturali  che, utilizzati con regolarità, aiutano i capelli a ritrovare l’originale struttura, facendo loro recuperare luminosità, volume e morbidezza.

Per evitare poi un rientro dalle vacanze con la chioma dal disastroso “effetto paglia”, è opportuno che si seguano scrupolosamente le regole basilari per la protezione e la prevenzione dei danni provocati dall’azione aggressiva dei raggi solari e della salsedine, che su capelli già debilitati, risulta decisamente amplificata.

E’ inoltre consigliabile, periodicamente, farsi controllare con l’apposita microcamera computerizzata che rileva anche le minime imperfezioni, dal proprio parrucchiere H.K., specialista della salute e della bellezza dei capelli, e sottoporsi al trattamento professionale della Ricostruzione, validissima sia per correggere i danni già conclamati, sia come forma di prevenzione.

LA DECOLORAZIONE: TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE

TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE SULLA DECOLORAZIONE PER UNA SCELTA CONSAPEVOLE.

 

La “decolorazione” ossia la tecnica utilizzata per la schiaritura artificiale dei capelli per ottenere riflessi simili a quelli naturalmente prodotti dal sole o semplicemente per renderli più chiari,  è un sistema che consente la schiaritura chimica degli stessi, attraverso un’azione attuata sulla melanina, l’insieme dei pigmenti che si trovano all’interno dello strato fibroso della corteccia capillare, che ne determinano il colore e che sono preposti alla protezione dai danni ossidativi, assorbendo parte delle radiazioni solari.

I prodotti per la decolorazione dei capelli presentano sempre un’azione “sbiancante” sui pigmenti naturali. Anticamente veniva usato un preparato naturale costituito da un infuso di camomilla romana  o camomilla tedesca , poi dal 1860, anno in cui il profumiere Thielley e il parrucchiere Leon Hugo presentarono ad un’esposizione mondiale a Parigi “l’acqua che sgorga dalla fontana dorata della giovinezza”, una soluzione al 3% di perossido di idrogeno che schiariva rapidamente i capelli,  l’acqua ossigenata  è diventata il componente principale di tutti i preparati ossigenati per capelli.

Il perossido di idrogeno (acqua ossigenata) contenuto nel decolorante penetra nel fusto del capello e ossida i pigmenti, diminuendo la concentrazione melaninica fino ad annullare le tonalità del colore naturale. Quest’azione viene rafforzata dalla miscelazione del decolorante con ulteriore acqua ossigenata, la cui concentrazione è in base al risultato che si vuole ottenere e alle caratteristiche del capello trattato.  La decolorazione avviene in più fasi e il colore del capello cambia gradualmente, fino ad arrivare alla tonalità desiderata.

Per evitare sgradevoli inconvenienti occorre pertanto valutare attentamente anche i tempi di posa, tenendo monitorata la schiaritura, fino al risultato desiderato ed evitando tempi di posa troppo lunghi che potrebbero determinare un grave danno alla capigliatura.

Il perossido di idrogeno infatti, aprendo la cuticola per arrivare alla corteccia in cui si trova la melanina, svolge un’azione particolarmente aggressiva, facendo perdere al capello elasticità, resistenza e lucentezza. Impoverito di melanina, la naturale protezione contro le radiazioni solari, il capello diventa inoltre più vulnerabile, e questa vulnerabilità è tanto maggiore quanto più elevata è la schiaritura.

E’ pertanto indicato schiarire i capelli biondi medi o castani da uno fino a quattro toni (grado di decolorazione), mentre  arrivare al biondo da capelli di colore nero, è un’operazione che non dovrebbe mai essere attuata, in quanto la concentrazione di ossidante necessaria per ottenere un buon risultato è così elevata da arrecare inevitabilmente seri danni ai capelli.

Normalmente i principali componenti dei decoloranti sono:

  • Perossido di idrogeno (o acqua ossigenata) – sbiancante, ossidante.
  • Rafforzatori di ossigenazione – sono perlopiù persolfati che rafforzano l’azione schiarente del perossido di idrogeno.
  • Alcalinizzanti – aumentano la forza ossidante del perossido di idrogeno. L’alcalinizzante maggiormente usato è l’ammoniaca.
  • Tensioattivi – hanno la funzione di migliorare la bagnabilità dei capelli e di garantire una dispersione uniforme del prodotto decolorante.
  • Agenti protettivi – hanno lo scopo di limitare i danni arrecati dal processo di decolorazione, penetrando nella cuticola danneggiata.

Per effetti speciali attuali e in linea con le principali tendenze, ma senza tradire la propria filosofia per cui non può esserci bellezza senza salute, H.K. Hair Kulture propone Force Blu Deco’ Ammonia Free,  il suo decolorante “dolce” senza ammoniaca per  schiariture non aggressive.

Andiamo a questo proposito ad analizzare quali ne sono i principali componenti (scritti in ordine progressivo di quantità presente nella formulazione) e scopriamo come riesce un decolorante senza ammoniaca ad avere ugualmente forza schiarente:

  • Persolfato di potassio – Agente ossidante (bollino verde nel biodizionariovegano)
  • Persolfato di sodio – Agente ossidante (bollino arancione – vegano)
  • Silice idrata o acido silicilico – Abrasivo delicato (bollino verde – vegano)
  • Stearato di sodio – Tensioattivo – agente di pulizia (bollino verde – vegano)
  • Guar idrossipropiltrimonio cloruro – agente condizionante (bollino verde – vegano). E’ un derivato dalla gomma naturale di Guar (in sostanza è gomma di Guar quaternizzata – nome latino Cyamopsis Tetragonoloba). E’ un eccellente districante per capelli, con proprietà stabilizzanti ed emollienti che gli consentono di mitigare l’effetto aggressivo dei tensioattivi. E’ un valido agente condizionante perché, essendo cationico (quindi caricato positivamente) agisce neutralizzando le cariche negative presenti sui capelli, svolgendo quindi un’azione antistatica. La sua capacità filmogena lo rende idratante e protettivo. La sua affinità con la cheratina fa sì che, oltre a rendere uniformi e pettinabili i capelli, doni un effetto seta non solo sulle lunghezze, ma anche sulla pelle.
  • Caolino – argilla utilizzata per lenire la pelle sensibile – sbiancante ( bollino verde – vegano).
  • Proteine della seta idrolizzate – antistatico – umettante – (bollino verde – animale). Derivano da fibroina di seta pura e contengono aminoacidi liberi e peptidi che formano un’ottima combinazione che garantisce eccellenti proprietà sensoriali e filmogene. Grazie alla loro abilità a trattenere acqua sono in grado di formare un film plastico e protettivo, donando a cute e capelli morbidezza e levigatezza. In combinazione con i tensioattivi, ne attenuano il potere irritante, svolgendo anche un’importante azione antistatica.
  • Proteine del Mais -umettante – agente riparatore – emolliente (bollino verde – vegano). Proteine vegetali dalle proprietà riparatrici ed emollienti. Aiutano a mantenere il grado di umidità della pelle, hanno potere ammorbidente e levigatore. Lasciano i capelli maneggevoli, elastici, morbidi e lucenti e contribuiscono ad attenuare il potere irritante dei tensioattivi.

Come si può evincere dall’analisi dei principali componenti di Force Blu Decò, il nostro decolorante non contiene né PEROSSIDO DI IDROGENO, né AMMONIACA, limitando l’azione di decolorazione con i semplici persolfati (associati all’acqua ossigenata da miscelare secondo le dosi indicate) di cui peraltro il principale, quello di potassio, viene riconosciuto non eccessivamente invasivo (bollino verde biodizionario), in combinazione con gli altri agenti sbiancanti. In questo modo la decolorazione avviene in maniera progressiva e non esplosiva come accade nei decoloranti più aggressivi, risultando molto meno dannosa per cute e lunghezze.

La presenza di Gomma di Guar Quaternizzata e delle Proteine della Seta e del Mais, mitiga l’effetto irritante del Tensioattivo, apportando a cute e lunghezze idratazione e nutrimento e rendendo il capello districato, lucente e vitale.  Un capello rovinato da trattamenti troppo aggressivi, non solo è controproducente per la salute della chioma, ma condiziona anche il risultato finale del lavoro tecnico, in quanto capelli fortemente stressati sminuiscono la bellezza di effetti speciali, pur attuati con mestiere e professionalità.  Force Blue Deco’ Ammonia Free è quindi il  giusto compromesso tra la gradevolezza estetica e il benessere di cuoio capelluto e lunghezze.

Shatush effettuato con FORCE BLU DECO' Ammonia Free
Shatush effettuato con FORCE BLU DECO’ Ammonia Free
Colpi di luce effettuati con FORCE BLU DECO' Ammonia Free
Colpi di luce effettuati con FORCE BLU DECO’ Ammonia Free
Mèches tradizionali con utilizzo di FORCE BLU DECO’ Ammonia Free

Non va comunque dimenticato che anche il decolorante meno invasivo, sottopone cute e lunghezze a stress, rendendo queste ultime più fragili e vulnerabili. I capelli sottoposti a decolorazione vanno quindi aiutati con prodotti detergenti, condizionanti e ristrutturanti che ne rispettino la struttura e che sappiano ripristinare appieno quei componenti che inevitabilmente si deteriorano o vanno persi come conseguenza del trattamento.

 

LE PRINCIPALI ANOMALIE DEL FUSTO DEI CAPELLI

Possono essere diverse le anomalie che riguardano il fusto dei capelli, ossia la parte visibile che fuoriesce dall’ostio follicolare, costituita prevalentemente da cheratina, nonché da acqua, grassi e sali minerali  che, nelle giuste quantità, ne garantiscono la salute e la bellezza.

Esistono infatti circostanze, dalle predisposizioni ereditarie ai fattori di natura fisico – chimica, ambientale che possono compromettere questo delicato equilibrio, determinando situazioni anomale che, se non riconosciute e affrontate per tempo, possono causare danni a volte irreversibili.

In base a specifiche caratteristiche, se ne possono distinguere varie tipologie:

  • Irregolarità del fusto: Capelli affusolati e fenomeno di Pohl-Pinkus, Peli a baionetta, Moniletrix, Pili annulati, Pili bifurcati, Pili multigemini, Pili canaliculi o Capelli impettinabili.
  • Rottura del fusto: Tricoclasia, Tricoptilosi, Tricoschisi, Tricoressi nodosa, Fratture fusiformi.
  • Arricciamenti del fusto: Capelli lanosi, Pili torti, Pili pseudotorti, Triconodosi.

IRREGOLARITA’ DEL FUSTO

Capelli affusolati

Sono caratterizzati da restringimenti affusolati lungo il fusto, dovuti ad un rallentamento temporaneo e ripetuto dell’attività riproduttiva delle cellule della matrice. Si tratta di un’anomalia acquisita, molto spesso collegata all’assunzione di farmaci, malattie infettive febbrili, ulcera peptica, traumi ripetuti da trazione (tricotillomania). Una variante dei Capelli affusolati è il fenomeno di Pohl-Pinkus dove il restringimento è solo nella parte più vicina alla radice del capello ed è spesso da ricondursi ad interventi chirurgici, traumi, emorragie, insorgenza di malattie sistemiche ecc.

Peli a baionetta

I capelli presentano un fusto affilato con un ingrossamento iperpigmentato della corteccia prima dell’assottigliamento. Sono tipici di chi soffre di ittiosi, ma si possono riscontrare anche nella dermatite seborroica e in chi è sottoposto a terapie antitumorali.

Moniletrix

Il fusto ha complessivamente un aspetto che lo fa assomigliare ad una collana (da cui il termine moniletrix) poiché presenta a distanza regolare l’uno dall’altro, rigonfiamenti di circa 1 mm, detti “nodi”. Questi sono spesso privi di cuticola e separati da restringimenti affusolati detti “internodi”, che presentano scanalature longitudinali in cui sono presenti le cellule cuticolari, ma alterate e dove più frequentemente si verificano le fratture (clasie). Il capello si spezza con grande facilità ad 1-2 cm dalla cute dando origine ad una pseudo-alopecia diffusa che interessa soprattutto le zone di maggior sfregamento come la nuca.  Il cuoio capelluto presenta tipiche papule follicolari cheratosiche. Il Moniletrix si evidenzia fin dai primi mesi di vita e tende a migliorare con l’età senza tuttavia regredire completamente. Si tratta di un’anomalia di origine ereditaria e può colpire anche i peli di tutti i distretti cutanei.

Pili annulati

In questo tipo di capelli il fusto, la cui cuticola si presenta strutturata in maniera regolare e con lievi scanalature, è caratterizzato da bande alternate chiare e scure. Ciò è dovuto a microbolle di aria che si trovano tra la corticale e le cellule della corteccia. Queste aree risultano infatti chiare se osservate a luce incidente e diventano invece scure se la luce è posta dietro al capello (microscopio, ripiano illuminato) dando al capello un caratteristico aspetto “zebrato”. Si tratta di un difetto su base genetica, determinato da una irregolare attività delle cellule della matrice del capello che cresce più lentamente del normale e può risultare più fragile, anche se, nel complesso risulta esteticamente gradevole in quanto dà l’effetto di una capigliatura “lucente”.

Pili bifurcati

Dal follicolo fuoriesce un pelo che si biforca dando origine a due peli distinti ognuno con la propria cuticola. Si differenzia dalla tricoptilosi in quanto, in quest’ultima anomalia, la cuticola è assente.

Pili multigemini

Da uno stesso follicolo possono uscire fino sette/otto peli distinti e completi. Si tratta di un’anomalia di sviluppo del follicolo pilifero, piuttosto rara, dove numerose papille e matrici dotate di guaine epiteliali interne proprie, (mentre la guaina epiteliale esterna rimane unica), producono peli che escono da un solo ostio follicolare. La causa è da attribuire probabilmente a compressioni meccaniche non omogenee fra le varie guaine.

Pili canaliculi

Lo stelo, provvisto di cuticola, si presenta trasversalmente di forma triangolare, dovuta ad una o più scanalature longitudinali. Si tratta di un’alterazione ereditaria che determina capelli biondo-argenteo o giallo-grigiastro che non possono in alcun modo essere pettinati (capelli impettinabili) e che si spezzano facilmente nel tentativo di poterli domare. La probabile causa è da ricercarsi in una irregolare cheratinizzazione della guaina epiteliale interna che diventa precocemente troppo rigida, alterando il capello in crescita. Di solito appare nei primi anni di vita, per poi migliorare nell’adolescenza.

ROTTURA DEL FUSTO

Tricoclasia

Si tratta di una frattura trasversale del fusto che interessa solo la parte centrale ossia corteccia e midollo, mentre la cuticola rimane integra. Non è determinata da malattie o predisposizioni genetiche, ma è  per lo più legata a traumi di tipo chimico (colorazioni e decolorazioni). I capelli si spezzano nella parte superiore del follicolo mentre le radici non cadono. Nelle fasi iniziali i capelli non risultano particolarmente fragili, ma continuando gli eventi di tipo traumatico, si può determinare la rottura della cuticola e lo spezzarsi dei capelli sino in prossimità del cuoio capelluto. Quest’anomalia è inoltre caratterizzata dalla comparsa di nodi. Nei casi meno gravi i capelli si spezzano proprio in prossimità di questi nodi. Nei casi più gravi il danno è irreversibile e occorre tagliare i capelli, asportando le parti danneggiate.

Tricoptilosi

Più comunemente conosciuta come “doppie punte”, è una frattura longitudinale del capello, che, dopo una prima fase di perdita della cuticola, finisce letteralmente per sdoppiarsi. Può essere intermedia o terminale e si verifica solo per danni fisico-chimici. Una delle principali cause è il calore (eccessivo uso di phon e piastre), ma anche spazzolature troppo energiche e trattamenti aggressivi come permanenti, colorazioni e decolorazioni, senza il dovuto utilizzo di prodotti idratanti ed emollienti atti a conservare l’integrità della cuticola.  Si accentua in estate a causa dell’esposizione ad agenti esterni come raggi solari, sale marino o cloro della piscina che inaridiscono la chioma, rendendo i capelli secchi e soggetti a spezzarsi facilmente. Anche in questo caso, di fronte a fratture longitudinali di parecchi centimetri, l’unica soluzione è il taglio dei capelli.

Tricoschisi

E’ una frattura trasversale del fusto senza rigonfiamenti,  dovuta a carenze proteiche e soprattutto di zolfo. I capelli si presentano appiattiti, secchi, irregolarmente conformati e ruvidi.

Tricoressi nodosa

E’ caratterizzata da rigonfiamenti tondeggianti, fragili e facilmente soggetti a frattura. In una prima fase vi sono aree bianche visibili solo al microscopio determinate dalla perdita della cuticola, cui seguono nodi o rigonfiamenti ben evidenti, dovuti all’allentamento della struttura corticale, sino ad arrivare alla rottura vera e propria (che avviene con aspetto tipicamente “sfrangiato”, a pennello).  Le cause possono essere di natura ereditaria oppure, la più comune, a seguito di stress fisici e chimici (phon, spazzole, acconciature, permanenti, colorazioni, shampoo frequenti con prodotti aggressivi ecc.). Chi soffre di questa anomalia presenta capelli che, oltre ad essere fragili e facilmente soggetti a rottura, risultano opachi e dalla crescita ridotta o addirittura impossibile.

Fratture fusiformi

Si verificano principalmente nei “capelli affusolati” in concomitanza con i restringimenti. La parte residua del capello presenta il tipico aspetto “a punta di matita”.

ARRICCIAMENTI DEL FUSTO

Capelli lanosi

Capelli crespi come quelli tipici dell’etnia nera possono esserci anche nei caucasici. Questo tipo particolare di capigliatura è dovuto, nella stragrande maggioranza dei casi, ad una malattia ereditaria che può essere già manifesta alla  nascita oppure nei primi mesi di vita. I riccioli, con un diametro di 0,5 cm sono molto ravvicinati, difficili da pettinare e risultano particolarmente fragili. In genere la crescita dei capelli è normale, ma la fase anagen può risultare incompleta, con alterazione del ciclo vitale dei capelli che, di conseguenza, non riescono a raggiungere una lunghezza normale. La malattia può essere generalizzata e interessare tutto il cuoio capelluto, oppure circoscritta sotto forma di nevo con capelli lanosi. Esiste inoltre una forma, sempre ereditaria,  che ha il suo esordio nell’adolescenza, riguarda prevalentemente i maschi, colpisce le zone occipitale e temporale dove i capelli iniziano a scurirsi e ad arricciarsi, può arrivare a coinvolgere l’intero cuoio capelluto e, a volte, anche regredire. I fusti dei capelli lanosi hanno sezione ovoidale e spessore ridotto, presentano curvature o torsioni con il risultato finale di un notevole arricciamento. Non sono pettinabili, ma nell’età adulta possono spontaneamente diventare meno ricci e fragili

Pili torti

Come si evince dal nome, il fusto non è rettilineo, ma presenta torsioni di 180° su se stesso (di solito da 3 a 5) ad intervalli regolari. In questi tratti la sezione da circolare diventa ellittica e si caratterizza per la sua fragilità. Il capello generalmente si spezza a 4 – 5 cm dallo sbocco del follicolo. La causa prevalente è dovuta ad anomalia ereditaria, mentre molto scarse sono le segnalazioni di pili torti dovuti a traumi acquisiti e ripetuti.

Triconodosi

E’ un’alterazione del fusto dovuta a legature troppo strette e forzate che portano i capelli letteralmente ad annodarsi. E’ tipica dei capelli crespi e si verifica soprattutto nei capelli lanosi o di tipo afro. I capelli risultano molto più fragili in corrispondenza dei nodi in quanto la cuticola risulta disgregata e la corteccia pertanto esposta e vulnerabile. E’ proprio in questi punti che si verificano più facilmente le fratture dovute a traumi di tipo chimico o fisico.

Sindrome dei capelli impettinabili

Con questo termine viene definita una situazione in cui i capelli non possono essere pettinati e trattamenti energici per riuscire ad ottenere un’acconciatura accettabile, possono generare le prevedibili e inevitabili conseguenze della rottura dei fusti. La sindrome dei capelli impettinabili la si riscontra in presenza di malformazione dei fusti, di solito Pili canaliculi, Capelli lanosi o Pili torti.

COME PREVENIRE LE ANOMALIE DEL FUSTO

Abbiamo elencato solo alcune delle anomalie che possono affliggere il fusto e determinare, nel migliore dei casi, una chioma in disordine. Come abbiamo visto, le cause possono essere congenite, per cui  ovviamente non è possibile parlare di prevenzione oppure derivare da comportamenti scorretti. In quest’ultimo caso è invece assolutamente doveroso prendere coscienza delle conseguenze di determinate azioni, valutare se certe scelte di carattere estetico (decolorazioni selvagge, permanenti, piastre utilizzate in maniera sistematica…) siano adeguate per la salute dei propri capelli e prestare la dovuta attenzione alla loro cura, fatta con prodotti adatti, nella routine così come nei trattamenti periodici. Non dobbiamo mai dimenticare che i lavori  del parrucchiere eseguiti su capelli disidratati, con fusti gravemente danneggiati, non solo peggiorano sensibilmente la qualità degli stessi, ma comportano anche pessimi risultati dal punto di vista estetico (uno dei più classici…l’effetto paglia) perché, sarete d’accordo con noi, non ci può essere bellezza in capelli privi di salute! Affrontare lavori estetici (colorazioni, decolorazioni ecc.) con capelli in forma, non solo migliorerà sensibilmente la qualità del risultato finale, ma ridurrà decisamente l’impatto invasivo di queste operazioni, senza dimenticare che più che mai, capelli trattati, avranno comunque necessità di cure e attenzioni particolari. Ricordiamoci inoltre che l’estate non è amica dei capelli per cui, affrontiamola con lunghezze in salute, non abbandoniamo mai la nostra sana routine per conservarle tali e adottiamo tutti i provvedimenti del caso per proteggerli dalle insidie cui inevitabilmente andranno incontro.

Anche nel caso di anomalie congenite del fusto dei capelli,  è comunque indispensabile avere routine di cura e trattamenti periodici con prodotti specifici che possano apportare la giusta idratazione, emollienza e dare un valido aiuto nella delicata fase della ristrutturazione.

LE SOLUZIONI SECONDO NATURA DELLA LINEA TRICOLOGICA IKS

Per prevenire le anomalie delle lunghezze è opportuno avere sane abitudini che partono dalla consapevolezza delle esigenze dei capelli, dal momento della detersione sino alla piega, senza dimenticare i trattamenti periodici da effettuarsi in relazione a determinati periodi dell’anno o a specifiche necessità.

Considerando la conformazione e la composizione del fusto, è doveroso utilizzare detergenti specifici per le lunghezze, che non ne vadano ad alterare il pH che è leggermente più acido del cuoio capelluto (3,5,) in quanto deve garantire la chiusura delle cuticole, poste a protezione della parte interna del capello. Detergenti troppo aggressivi, alterano la naturale protezione delle lunghezze, determinando l’apertura delle cuticole, con  perdita di acqua e di lipidi  e conseguente disidratazione, impoverimento e vulnerabilità  del fusto.

La linea tricologica IKS, propone i suoi shampoo specifici per le lunghezze, diversificati secondo la tipologia dei capelli e studiati appositamente per detergere con azione volta a riequilibrare il pH fisiologico, grazie al mix di tensioattivi ad estrazione naturale, calibrati per risultare perfettamente compatibili con le loro esigenze. I principi attivi funzionali ad estrazione naturale in essi contenuti, svolgono inoltre effetto condizionante e blandamente ristrutturante, per dare idratazione e corposità. Già quindi con gli Shampoo lunghezze i capelli risultano morbidi e districati.

E’ però indispensabile completare l’azione con specifici prodotti condizionanti e ristrutturanti, in grado di fornire sostanze che possano ricomporre, ove necessario, la naturale struttura del capello e svolgere un’importante azione di prevenzione rispetto a potenziali danni futuri.

I prodotti RISTRUTTURANTI della linea tricologica IKS, a base di oli vegetali, vitamine, Sali minerali, proteine e aminoacidi vegetali, apportano idratazione e nutrimento, ripristinano le naturali barriere difensive della cuticola e  provvedono a ricostruire eventuali aree danneggiate della corteccia, facendo risultare così i capelli corposi, morbidi, lucidi, docili al pettine e privi di elettricità….ossia visibilmente sani!

I RISTRUTTURANTI IKS possono essere utilizzati singolarmente o in contemporanea, dopo lo shampoo specifico, in base alle esigenze dei capelli.

Periodicamente, a scopo di prevenzione o per affrontare i danni delle lunghezze dati da fattori fisico-chimici (colorazione, decolorazione, permanenti, uso di piastre, spazzolature energiche..) o dopo l’inverno o le vacanze estive, è opportuno chiedere al proprio parrucchiere il trattamento professionale della RICOSTRUZIONE in cui tutti i prodotti RISTRUTTURANTI IKS vengono utilizzati secondo il metodo I.K.S. per ricostruire i capelli in profondità e rimediare a danni anche gravi dei fusti.

Per concludere vale la pena ricordare che anche i prodotti di finitura per la piega come lacche, schiume, gel, devono avere componenti che contribuiscano a salvaguardare la struttura del capello, dando volume, stabilità e forma, senza danneggiarlo…. esattamente come fanno tutti i FINISH della linea tricologica IKS, a base di estratti naturali e senza siliconi sintetici che creano pesantezza e  rivestono le lunghezze di una guaina che, a lungo andare, crea secchezza e determina i presupposti per le doppie punte.

 

PREPARIAMO I NOSTRI CAPELLI ALL’ARRIVO DELLA PRIMAVERA

Per preparare al meglio i nostri capelli all’arrivo della primavera e liberarsi delle conseguenze dei mesi invernali che hanno sicuramente lasciato scorie e tossine, è bene farsi fare un check-up professionale presso un parrucchiere qualificato H.K.

L’uso della microcamera, microscopio in grado di aumentare la visibilità di oltre 200 volte,  consentirà di visualizzare in maniera accurata le condizioni di cute e lunghezze e permetterà al nostro parrucchiere di valutare in maniera precisa le reali condizioni del nostro cuoio capelluto e dei nostri capelli e di stabilire quali saranno i trattamenti IKS più adeguati per ripristinarne il benessere naturale.

Sicuramente prima di ogni trattamento, non dovrà mancare la pulizia in profondità tramite il PEELING PROFESSIONALE che eliminerà residui di sebo, forfora, cellule morte e riporterà il nostro Ph alle condizioni fisiologiche di normalità. Il Ph del cuoio capelluto alterato, va a minare l’efficacia del film idrolipidico, la naturale barriera composta da sebo e sudore,  preposta alla protezione della cute, favorendo in questo  modo l’azione di cariche batteriche nocive e stati infiammatori, con grave danno per i nostri capelli.  PEELING CREAM, la delicata crema a base di principi attivi funzionali per la pulizia dell’ostio follicolare e PURIFICANTE CUTANEO, mix di oli essenziali dalla potente azione dermopurificante e antisettica, garantiranno follicoli liberi e  microcircolo riattivato e prepareranno al massimo della ricettività il cuoio capelluto per i successivi trattamenti.

Anche le lunghezze dovranno essere verificate per capire quali danni possano aver subito durante il periodo invernale.  Gli sbalzi termici, gli agenti atmosferici, i trattamenti chimici e meccanici, possono aver inaridito i capelli o prodotto danni più in profondità, attraverso lesioni più o meno marcate della cuticola. Il parrucchiere H.K., attraverso l’uso della microcamera, sarà in grado di valutare la qualità delle lunghezze e capire se può essere sufficiente una Ricostruzione Professionale con i prodotti Ristrutturanti della linea IKS (Keratine, Repair Cream e Mineral Acid), oppure se non sarà il caso di procedere a tagli più o meno decisi!

Il nostro parrucchiere non dimenticherà di certo di darci anche i giusti consigli per un adeguato MANTENIMENTO A CASA, sicuramente non meno importante dei trattamenti in salone, in quanto logica continuità per la risoluzione delle anomalie riscontrate, in vista di una normalizzazione di cuoio capelluto e capelli e della prevenzione del ripresentarsi delle stesse.

Dal nostro parrucchiere avremo pertanto lo Shampoo cute adeguato, quello specifico per le lunghezze, il Ristrutturante  più adatto (Repair Cream o Keratine o entrambe) e il prodotto di Finish giusto per la gestione in autonomia della piega (Natural Lac, Natural Mousse, Fluid Cristal o Defining Fluid Curl). Se sarà il caso, potrà consigliarci anche l’uso di Peeling Cream e il prodotto trattante per la cute (Esarome Forfora – Sebo- Vitalizzante) in caso di anomalie specifiche.

Non dare continuità a casa, significherebbe annullare i benefici dei Trattamenti in Salone in quanto solo la REGOLARITA’ DELL’UTILIZZO GARANTISCE LA PIENA EFFICACIA DELLA LINEA IKS, la cui funzione principale è di tenere sotto controllo i sintomi di certe anomalie per arrivare, nella costanza dell’uso, alla prevenzione delle stesse.

A volte il taglio più o meno drastico può essere reso necessario a causa della condizione dei nostri capelli che, se abbiamo trascurato, possono presentare lesioni irreversibili. A volte può essere che l’arrivo della nuova stagione, con le giornate che si illuminano di colori più vividi e brillanti e l’aria che sa di rinnovamento ,  ci invogli ad un cambiamento della nostra immagine.

Prenderci cura di noi stessi  rinnovare il nostro aspetto con un taglio più giovanile,  un cambio di colore o qualche effetto speciale che ci illumini il viso, può realmente contribuire a migliorare il nostro stato d’animo, a darci più energia e vitalità, a infonderci più voglia di affrontare con meno ansia i problemi che la stressante quotidianità della vita moderna sicuramente non manca di riservarci. 

8 marzo Giornata Internazionale della Donna

La GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA, più nota in Italia come FESTA DELLA DONNA, ha compiuto nel 2009 il suo primo centenario. Ma da dove nasce questa ricorrenza? Una leggenda molto celebre narra che la FESTA DELLA DONNA sia stata istituita nel 1908 in memoria delle operaie morte nel rogo di una fabbrica di New York. In realtà le sue origini risalgono all’inizio del secolo scorso quando il 28 febbraio del 1909 negli Stati Uniti, fu istituita la PRIMA GIORNATA NAZIONALE DELLA DONNA su invito del Partito Socialista americano che, in quella data organizzò una grande manifestazione in favore del diritto delle donne al voto.  Nel 1910 la ricorrenza arrivò anche in Europa: in occasione del Congresso di Copenhagen, l’Internazionale Socialista decise di istituire la GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA. All’epoca non era stata ancora stabilita una data precisa e seguendo il modello americano, la giornata cadeva nell’ultima domenica di febbraio. Il 25 marzo 1911 si verificò l’evento che più di ogni altro determinò l’inizio di proteste e manifestazioni a favore dell’emancipazione femminile e da cui probabilmente nacque la leggenda dell’origine della Festa della Donna: nella fabbrica Triangle di New York si sviluppò un incendio in cui persero la vita più di 140 operaie. Da quel momento in avanti in molti paesi europei tra cui Germania, Austria e Svizzera nacquero delle giornate dedicate alle donne.

La data dell’8 marzo entrò per la prima volta nella storia della FESTA DELLA DONNA nel 1917 ed è collegata alla RIVOLUZIONE RUSSA. L’8 marzo del calendario gregoriano,  nel 1917 le donne di San Pietroburgo organizzarono uno sciopero per ottenere “il pane e la pace”. Pochi giorni dopo lo zar abdicò e la data è rimasta nei libri di storia ad indicare l’inizio della RIVOLUZIONE DI FEBBRAIO. Fu questo evento a cui si ispirarono le delegate della SECONDA CONFERENZA INTERNAZIONALE DELLE DONNE COMUNISTE a Mosca, quando scelsero l’8 MARZO come data in cui istituire la GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’OPERAIA. Da qui in avanti la FESTA DELLA DONNA è stata stabilita per l’8 marzo e ha assunto rapidamente dimensioni globali.

In Italia la Festa Della Donna iniziò ad essere celebrata nel 1922 con la stessa connotazione politica e di rivendicazione sociale. L’iniziativa prese forza nel 1945 quando l’Unione Donne Italiane (formata da donne del PCI, PSI, Partito d’Azione, Sinistra Cristiana e Democrazia del Lavoro, tuttora impegnata in attività di promozione e difesa dei diritti della donne) celebrò la giornata della Donna nella zone d’Italia già liberate dal fascismo. Si deve però aspettare il 1946 per la comparsa del suo simbolo: la mimosa. L’idea della mimosa fu proposta dalle ex-combattenti Teresa Noce, Rita Montagnana e Teresa Mattei. Il fiore aveva tutte le caratteristiche ideali per diventare il simbolo della Festa della Donna: la sua fioritura spontanea avviene ai primi di marzo e i suoi costi sono piuttosto contenuti. Ha uno splendido colore giallo brillante che trasmette gioia, forza e vitalità quasi come un passaggio dal silenzioso inverno alla vitale primavera. La sua capacità di fiorire in terreni difficili e la sua notevole resistenza, nonostante l’aspetto fragile e delicato, la rendono inoltre  perfetta espressione della resilienza femminile, capace di rialzarsi e rigenerarsi ad ogni difficoltà. 

Nel 1975 le Nazioni Unite hanno designato l’otto marzo come Giornata Internazionale della Donna con lo scopo di celebrare i progressi in ambito economico, politico e culturale raggiunti dalle donne in tutto il mondo, indipendentemente dall’etnia, dalla lingua e dalle appartenenze politiche, sociali ed economiche, sensibilizzare sulla disparità di genere e la discriminazione nonché promuovere il sostegno globale alle donne.

Il simbolo della Giornata Internazionale della Donna (solo in Italia è la mimosa..) è il genere femminile di solito accompagnato dai colori viola, verde e bianco dove il viola rappresenta la dignità e la giustizia, il verde la speranza e il bianco la purezza.

Nonostante i molti passi avanti compiuti, in molti paesi la condizione femminile è ancora di grave disparità e più che mai in certi stati è di intollerabile ingiustizia, con pesanti abusi e diritti negati.

Dal 1996, ogni Giornata Internazionale della donna ha un tema ufficiale e quello di quest’anno è #EmbraceEquity che concentra l’attenzione su come l’equità di genere debba far parte del DNA di ogni società e si debba comprendere che le pari opportunità, con persone che continuamente si spostano da un continente all’altro, non siano più sufficienti, ma occorra un’equa azione di vera inclusione e appartenenza.

Altro punto saliente della campagna delle Nazioni Unite di quest’anno è “ DigitAll: Innovazione e  tecnologia per l’uguaglianza di genere” con l’obiettivo di sensibilizzare sull’importanza e sul contributo della tecnologia digitale nello svelare le disuguaglianze e le discriminazioni di genere.

VIVA MAGENTA: COLORE PANTONE PER L’ANNO 2023

Pantone Color Institute è un’accademia americana che da oltre 20 anni fornisce previsioni sulle tendenze cromatiche che condizioneranno il mondo della moda e del designPantone Color of the Year viene proclamato ogni anno e influenza lo sviluppo dei prodotti e le decisioni in materia di acquisti che vanno dall’abbigliamento e accessori, passando per l’arredamento di interni, fino al design industriale, imballaggio dei prodotti e graphic design. Il processo di selezione del Pantone Color of the Year richiede un’attenta analisi sulle tendenze. Ogni anno gli esperti di colore del Pantone Color Institute setacciano il mondo alla ricerca di nuove influenze cromatiche. L’industria dell’intrattenimento e dei film in produzione, le collezioni d’arte itineranti e i nuovi artisti, la moda e tutte le aree del design, così come le destinazioni di viaggio più popolari e i nuovi stili di vita, sono tutti fattori presi in esame per la valutazione finale. Le influenze possono anche derivare da nuove tecnologie, materiali, trame ed effetti che hanno un impatto sul colore, piattaforme di social media e persino eventi sportivi. Alla fine, la scelta racchiude in sé anche messaggi di monito o di incoraggiamento e  riflessioni sulle condizioni socio-economiche e dell’ambiente in cui viviamo.

Per gli esperti del Color Institute, il nuovo colore PANTONE 2023 è 18-1750 Viva Magenta. Si tratta di una tonalità rosso carminio con sfumature violacee, classica, forte e nel contempo originale…”un colore non convenzionale per un tempo non convenzionale”…così ha commentato Laurie Pressman, vicepresidente dell’Istituto. Una miscela artificiale e naturale insieme che ..”evidenzia il nostro cambio di prospettiva, che mette in luce il nostro bisogno di sentirci più attivi e che infonde quella forza necessaria per poter abbracciare con coraggio, positivamente e senza paura un nuovo percorso”. Il suo nome risale alla seconda guerra d’Indipendenza d’Italia e deriva dalla battaglia della città lombarda di Magenta, divenuta tristemente nota per le vicende “rosso sangue” di quel periodo. Viva Magenta è un tono di rosso gioioso e ottimista, ben bilanciato tra il caldo e il freddo. Si ispira al rosso della cocciniglia, uno dei coloranti più antichi e preziosi, dalle caratteristiche forti e brillanti, radicato nel mondo primordiale e che ci riporta alla materia originaria. E’ d’altra parte  un colore dalla straordinaria modernità.. audace, dalla natura potente e pulsante, orientata al futuro, in grado di stimolare l’intelletto e l’espressione di sé senza remore e con spirito impavido e ribelle. Pantone ha spiegato che la scelta del colore 2023, dopo i cupi e incerti anni appena trascorsi, è ricaduta su VIVA MAGENTA, proprio per il suo intrinseco potere rivoluzionario, proiettato con coraggio verso il domani. Emozionante è stato anche lo slogan con cui si è annunciata la scelta che include il nuovo termine “Magentaverse” con evidenti riferimenti al “Metaverso”, l’evoluzione di Internet che prefigura un insieme di mondi virtuali e reali interconnessi in cui si può entrare solo con i nostri avatar, nell’inedito esperimento di design che esplora le relazioni tra le nuove tecnologie, tra cui l'”Intelligenza Artificiale”  e la creatività umana.

Naturalmente anche il mondo del Beauty e dell’Hair è condizionato dalla presenza di questo colore deciso, pieno e vibrante, perfetta commistione fra il blu e il rosso. Per indossarlo ci vuole audacia e pertanto si sposa perfettamente con personalità forti e intraprendenti, che non hanno timore ad affrontare le sfide di un mondo quanto mai complesso, ma che offre anche grandi opportunità. Ci sono naturalmente diverse tonalità di magenta, dal più scuro, in cui prevale la tonalità viola, alle tonalità più chiare in cui prevale il rosso o addirittura il rosato. Essendo un colore ben bilanciato tra tonalità calde e fredde, si sposa bene con incarnati dorati, olivastri, ma anche molto pallidi…d’altra parte poiché rappresenta l’espressione del coraggio e della sperimentazione, vale la pena osare semplicemente perché piace e perché esprime la voglia di essere se stesse in modo spregiudicato e anticonvenzionale, senza rinunciare alla classe e all’eleganza di una colorazione straordinariamente equilibrata e raffinata.

Anche noi di H.K.Hair Kulture abbiamo le nostra proposte di VIVA MAGENTA…. nella  versione più classica della nuance 5,66 di Kolourgel, la nostra colorazione permanente in gel senza ammoniaca, oppure nella variante più decisa dalle riflessature violacee, data dalla miscela tra le nuances 4,66 e 5,1 o nella versione più chiara quasi rosata che nasce dall’incontro tra la nuance 6,66 con 11,21. Ci sono naturalmente tante altre possibilità, ottenute con tecniche di miscelazioni secondo i principi della colorimetria, sapientemente spiegate dai nostri docenti di HK EDUCATION, per chiome dalle colorazioni attuali e vibranti, nel più totale rispetto di cute e capelli.

L’ALOPECIA PSICOGENA: UN PROBLEMA SEMPRE PIU’ DIFFUSO

Alopecia Psicogena. Hairk Kulture, Natural & Technology Hair Product

L’alopecia da stress (o alopecia psicogena) si configura come un disturbo psicosomatico causato dallo stress e dalle tensioni nervose.

Per una migliore comprensione di questa forma di alopecia è necessario prima inquadrare la sua causa scatenante, ossia lo stress.

Lo stress è una reazione che si manifesta quando una persona percepisce uno squilibrio tra le sollecitazioni ricevute e le risorse a disposizione. Si tratta, precisamente, di una sindrome generale di adattamento (SGA) atta a ristabilire un nuovo equilibrio interno (omeostasi) in seguito a fattori di stress (stressors). Lo stress ha quindi la funzione benefica di attivare risorse e guidarci alla risoluzione di problemi e lo possiamo suddividere in tipo acuto oppure cronico.

Lo stress acuto si traduce in un episodio sporadico e di breve durata, la cui risposta consiste nella reazione di allarme (definita in questo caso di “attacco o fuga”), in una resistenza di brevissima durata e un quasi istantaneo ritorno alla normalità.

Lo stress cronico invece è più complesso e si traduce in un episodio o una situazione di lunga durata. A seconda della sua manifestazione possiamo suddividerlo in cronico intermittente e cronico propriamente detto.

Il primo consiste in una serie di episodi costanti di stressors, mentre il secondo in una situazione generale di stress che, malauguratamente per colui che ne è vittima, si conclama anche in assenza di stressors.

Lo stress cronico può avere varie conseguenze come la perdita della capacità di rilassarsi, mal di testa, tensioni muscolari, abbassamento delle difese immunitarie e come appunto già detto, l’alopecia psicogena.

Uno stress forte e improvviso (stress acuto) spesso è dovuto a un evento emotivo molto importante e può far cadere centinaia di capelli in fase di riposo (telogen effluvium acuto). I capelli si rifugiano nella fase di telogen, bloccando ogni attività e arrivando dopo tre mesi a cadere, senza peraltro risultare danneggiata la struttura del follicolo che finito, il momento di stress, sarà pronto per un nuovo ciclo. Si tratta pertanto di una forma di alopecia reversibile.

Se lo stress è meno intenso e più costante nel tempo (stress cronico), avremo invece un telogen effluvium cronico dove la perdita sarà meno importante, ma sarà anche più difficile risolvere il problema.

Questi due tipi di Telogen Effluvium contribuiscono non poco a velocizzare l’evoluzione di altre forme di calvizie. Il follicolo tende ad accelerare ulteriormente il suo ciclo e i capelli nella fase di telogen aumentano notevolmente di numero. Spesso non riescono neanche a passare alla fase di riposo e cadono nella fase di crescita, diventando sempre più piccoli e sottili.

Nella risposta veloce, ossia durante lo stress acuto, il sistema simpatico causa il rilascio di adrenalina e noradrenalina (gli ormoni dell’ “attacca o fuggi”), che permettono all’organismo di affrontare un pericolo imminente.

Nella risposta lenta invece l’ipotalamo secerne l’ormonecorticoliberina (CHR)che a sua voltastimola il rilascio della corticotropina ( ACTH) e della vasopressina (ADH).

L’ADH (o vasopressina) determina la ritenzione idrica che causa l’aumento di volume ematico e la costrizione dei vasi.

L’ACTH agisce invece a livello corticale surrenale, stimolando il rilascio di cortisolo e aldosterone. Il cortisolo induce il fegato a rilasciare glucosio nel sangue, per permettere all’organismo di affrontare il momento di bisogno con maggiori risorse energetiche, ma se lo stress diventa continuo nel tempo, il cortisolo, da utile baluardo dei nostri bisogni, diventa sostanza dannosa capace di “corrodere” le funzioni più importanti del nostro organismo. L’eccesso di glucosio provoca infatti alterazioni nella produzione d’insulina e manda in tilt l’equilibrio ormonale. Un’alterazione della produzione di glucosio determina l’intolleranza del primo e insulino resistenza, condizioni che possono portare al diabete. Vengono rilasciate nel sangue maggiori quantità di grassi che a lungo andare provocano un aumento di colesterolo e trigliceridi e un conseguente incremento del rischio cardiovascolare. Si ha poi un maggior utilizzo da parte dell’organismo degli aminoacidi dei tessuti muscolari, riducendo così le risorse proteiche dei nostri muscoli. La pelle diventa più sottile e meno elastica e si indeboliscono i tessuti linfoidi, deputati a modulare le difese immunitarie del nostro organismo. Inoltre la liberazione eccessiva e costante di cortisolo è anche in grado di danneggiare la mucosa gastrica. Gastriti, esofagite da reflusso, lesioni ulcerose sono spesso correlate alle alterazioni di quest’ormone. Adrenalina e cortisolo sono i due ormoni dello “stress” capaci di risolverci un sacco di problemi se secreti nelle giuste quantità, ma nemici della salute se prodotti in eccesso.

Per capire come lo stress possa influire sul “blocco” delle attività del capello bisogna prima specificare un concetto base, ossia l’azione dell’AdenosinaMonofosfatoCiclico (AMPciclico o cAMP) . L’AMP ciclico, importante metabolita, se non “disturbato”,adempie costantemente ai suoi compiti e consente alle cellule di produrre energia con la glicolisi e compiere in maniera normale le loro funzioni.
Il suo ruolo in questo caso è attivare quei processi metabolici per produrre costantemente energia per costruire le proteine del capello, permettere a quelle della matrice di produrre cheratina e ai melanociti di secernere i pigmenti necessari. Le cellule della matrice hanno sulla membrana anche dei recettori alfa per l’adrenalina e la noradrenalina. Lo stress scatena la produzione di questi ormoni, e si ipotizza che legandosi al recettore alfa, provochino inibizione dell’attività dell’AMP ciclico, inibizione della glicolisi, riduzione dell’attività delle cellule del follicolo e conseguente perdita dei capelli.
In qualche maniera l’adrenalina e la noradrenalina prodotte in eccesso a causa di uno stress fisico o psichico, contribuiscono assieme al DHT (driidrotestosterone – ormone androgeno derivato del testosterone) nell’azione di “disturbo” delle attività metaboliche del follicolo pilifero.
Non per niente sono stati riferiti casi in cui a seguito di un forte spavento o stress anche l’attività dei melanociti veniva bruscamente fermata. L’adrenalina prodotta in eccesso e lo stress ossidativo, impediscono così alla maggior parte dei melanociti di produrre la melanina. Ecco perché non è luogo comune che, a seguito di periodi prolungati di stress, aumentino i capelli bianchi!
L’aumento di cortisolo che si determina da uno stress prolungato negli anni, inibisce la produzione di tutti gli eicosanoidi (ormoni locali), sia quelli dannosi che provocano infiammazione, sia quelli benefici che permettono una comunicazione ormonale perfetta dei sistemi cardiovascolare, nervoso e immunitario.

Nel caso dei capelli, il cortisolo, bloccando l’azione di questi eicosanoidi “buoni”, altera l’azione dell’ AMP ciclico con conseguenze gravi su tutta l’attività cellulare del follicolo.

Il cortisolo in eccesso, inoltre, mobilita continuamente glucosio nel sangue, che, in tal misura, è in grado di alterare (glicolisare) la struttura molecolare delle proteine destinate ai processi rigenerativi del nostro organismo, come ad esempio quelle coinvolte nella formazione della cheratina dei capelli.

I disordini metabolici e le interferenze nei messaggi ormonali più o meno transitori, causati dallo stress determinano inoltre, come diretta conseguenza, la formazione di radicali liberi.
I radicali liberi possono ossidare grassi, proteine, DNA, danneggiando la struttura di queste molecole. Le cellule “operaie” della matrice del capello, deputate alla continua produzione di cheratina, possono essere influenzate dallo stress ossidativo dei radicali liberi, i quali peraltro danneggiano anche gli enzimi e le molecole del bulbo pilifero, scatenando una reazione a catena che negli anni provoca un accelerato invecchiamento della struttura del capello. Il follicolo pilifero subisce una parziale alterazione del ciclo e le cellule germinative (cellule della matrice) anticipano la loro temporanea “morte” cellulare (apoptosi). Il periodo catagen, che prepara il follicolo pilifero alla nascita di un nuovo capello risulta così alterato e imperfetto, determinando nel tempo un diradamento costante.

Da quest’analisi appare pertanto evidente come una condizione di stress, a partire da singoli episodi, sino ad arrivare alla cronicità, metta a serio rischio la nostra salute, coinvolgendo le principali funzioni dei nostri organi, tra cui, come abbiamo visto, anche la salute e la bellezza dei nostri capelli. Sarebbe pertanto importante ridurre le fonti ansiogene e cercare di vivere in una condizione di equilibrio fisico ed emotivo, ma dal momento che è la stessa società in cui viviamo ad imporci ritmi cui diventa molto complicato sottrarsi, quantomeno possiamo aiutare il nostro organismo ad affrontare al meglio della propria condizione, le conseguenze determinate dallo stress. Diventa pertanto fondamentale avere uno stile di vita adeguato e una giusta alimentazione che rafforzi il sistema immunitario e fornisca tutti i nutrienti indispensabili per ottimizzare gli scambi che avvengono nel nostro organismo. Per quanto riguarda i capelli, un grande aiuto può darlo acquisire sane abitudini di igiene e cura degli stessi con prodotti non aggressivi, finalizzati a mantenere inalterato l’equilibrio del film idrolipidico della cute, a nutrire e idratare quando serve, a restituire le proteine danneggiate, attraverso la sinergia di componenti finalizzati proprio a rimediare ai danni delle alterazioni metaboliche cui sono sottoposte le cellule del follicolo e del capello a causa dello stress. Noi di H.K. Hair Kulture, con la nostra linea tricologica IKS ad estrazione naturale, è quello che ci sforziamo di fare.

SEMINAR MODA TAGLIO PRIMAVERA-ESTATE 2019

Seminar Moda Taglio edizione 2019 presso Hair Kulture, Natural & Technology Hair Product

Lunedì 15 aprile presso la nostra sede di Parma, si è tenuto il SEMINAR MODA TAGLIO in cui il nostro HAIR STYLIST VINCENZO DI PASQUALE ha illustrato ai partecipanti le sue proposte PRIMAVERA –ESTATE 2019 per H.K. HAIR KULTURE.

Dopo aver condiviso attraverso un video, gli emozionanti momenti che da un anno a questa parte stanno caratterizzando il percorso di formazione e di conoscenza umana e professionale del coach con i parrucchieri H.K. e che porteranno alla creazione di un vero e proprio team che girerà l’Italia per far conoscere H.K. HAIR KULTURE e le sue proposte, Vincenzo ha spiegato, con la solita maestria, i suoi tagli per la stagione entrante.

Ecco quindi ROBERTA, taglio Pixie, dalla marcata impronta anglosassone, dalle rigide geometrie, ma contemporaneamente fresco, spettinabile, grintoso e di grande impatto, per donne dalla personalità decisa, che non vogliono rinunciare alla praticità vissuta con stile.

Poi GIULIA, sempre corto, dinamico, divertente, dalla tecnica precisa che si presta però ad innumerevoli interpretazioni, per arrivare ad un effetto moda assolutamente unico e personale, per teste irripetibili che si fanno notare con classe ed originalità

La mattinata è stata poi piacevolmente allietata dalla performance inaspettata e contemporanea su modelle tratte dai presenti, dei due Maestri …….Leo Lucidi che ha rispolverato le tecniche di base per un Bob classico, dall’intramontabile linea semplice ed elegante e Vincenzo Di Pasquale che ha invece riproposto il taglio GIULIA, rivisitato in base alle caratteristiche dell’improvvisata modella, dall’effetto estremamente grintoso e moderno.

Grande tecnica e fantasia, con spunti tratti dalle tendenze delle passerelle inglesi nel rispetto della sensibilità e dell’interpretazione personale , come sempre motivi conduttori delle proposte VINCENZO DI PASQUALE per H.K.HAIR KULTURE.

Dopo una godereccia pausa pranzo con prodotti tipici di Parma, i partecipanti si sono cimentati in un insolito, ma estremamente efficace, percorso STEP BY STEP, in cui, alla spiegazione del Maestro, è seguita l’esecuzione contemporanea dei presenti, per arrivare a produrre un taglio il più possibile vicino al suo, ma con licenza di esprimere varianti e personalizzazioni, pur se nel rispetto delle tecniche spiegate.

CHE DIRE? Come sempre grande professionalità, disponibilità e simpatia da parte del Maestro Vincenzo Di Pasquale, enorme lezione di competenza e di eleganza stilistica da parte del più che mai sempreverde LEO LUCIDI, collaborazione e attenzione da parte dei presenti (a numero chiuso per essere seguiti in modo specifico e diretto) e immersione profonda di cultura nel mondo dello stile e della tecnica per noi componenti dello staff, che veniamo così ricompensati delle fatiche della preparazione di una giornata di formazione che deve sempre essere all’altezza delle più esigenti aspettative.

ALLA PROSSIMA!!

NICHEL FREE? NICHEL TESTED? Facciamo chiarezza

nichel free, facciamo chiarezza. Dal Blog di Hair Kulture, Natural & Technology Hair Product

Quella al Nichel è probabilmente una delle allergie più diffuse. L’allergia da contatto al metallo, può provocare dermatiti e pruriti, con comparsa di eczema in caso di contatto continuato. 

In commercio si trova una grande varietà di indicazioni: Nichel tested – Senza Nichel – Nichel Free – Nichel < 1 ppm…tanta confusione sulla dicitura da utilizzare e sul suo reale significato.
Proviamo a fare un po’ di chiarezza.
Iniziamo a capire di che cosa si tratta: il Nichel è un metallo che si trova praticamente ovunque (nel suolo, nell’acqua, nell’aria, nelle piante e negli animali). Questa piccola prefazione già ci indica che la totale assenza di questo metallo in un prodotto cosmetico, è praticamente impossibile. Si può trovare come residuo del processo di produzione/conservazione del cosmetico o come impurezza di altri ingredienti del cosmetico stesso (coloranti o ausiliari): NICHEL FREE o SENZA NICHEL non sono pertanto indicazioni verosimili.
La legge cosmetica Europea non affronta l’argomento nel dettaglio, per cui ci si affida ai pareri dell’Istituto Superiore di Sanità secondo cui, per minimizzare il rischio di reazioni allergiche per soggetti molto sensibilizzati, il tetto massimo è di 1 ppm.
A questo punto la dicitura NICHEL TESTED potrebbe essere quella più appropriata, anche se questa dicitura non dà indicazioni sul fatto che il test per la sua rintracciabilità sia fatto ad ogni lotto di produzione e non dà neppure indicazioni in merito alla soglia considerata come limite massimo dal fabbricante.
Tutti i prodotti H.K. HAIR KULTURE – linea IKS e KOLOURGEL, eseguiti secondo le BUONE PRATICHE DI FABBRICAZIONE, in conformità con la CERTIFICAZIONE ISO 22716:2007 (GMP), sono tutti NICHEL TESTED, con test effettuati AD OGNI LOTTO DI PRODUZIONE e con valori inferiori a 1 ppm, tali DA NON PRODURRE REAZIONI NEI SOGGETTI ALLERGICI.

Di seguito diamo la definizione di ppm tratta da WIKIPEDIA per far capire di che quantità stiamo parlando:
Parti per milione (ppm) è una unità di misura adimensionale che indica un rapporto tra quantità misurate omogenee di un milione a uno. Ad esempio viene usata per livelli estremamente bassi di concentrazione di un elemento chimico, ma anche per esprimere errori di misurazione, o tolleranze.

FONTI BIBLIOGRAFICHE
– Rapporti ISTISAN 09/12
– Basketter DA, Angelini G, Ingber A, Kern PS, Menné T. Nickel, chromium and cobalt in consumer products: revisiting safe levels in the new Millennium. Contact Dermatitis 2003;49:1-7.
– Basketter DA, Briatico-Vangosa G, Kaesner W, Lally C, Bontinck WJ. Nickel, cobalt and chromiumin consumer products: a role in allergic contact dermatitis? Contact Dermatitis 1993;28:15-25.
– http://www.nononsensecosmethic.org/cosmetici-nickel-tested-

SIAMO PRONTI PER LA FATTURAZIONE ELETTRONICA?

fatturazione elettronica: siamo pronti? Dal blog di Hair Kulture, Natural & Technology Hair Product

SIAMO PRONTI PER LA FATTURA ELETTRONICA? VEDIAMO DI CAPIRNE UN PO’ DI PIU’

La fattura elettronica sarà obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2019 per gli operatori IVA, soggetti residenti o stabiliti in Italia, nella cessione di beni e prestazioni di servizi, sia con riferimento agli altri operatori IVA (operazioni B2B) sia con riferimento ai consumatori finali (B2C). Sono esenti dall’obbligo i PICCOLI AGRICOLTORI già esonerati dall’obbligo della fatturazione e coloro che appartengono al REGIME DI VANTAGGIO (ex regime dei minimi) e FORFETTARIO.

Attenzione però: tali soggetti saranno esonerati dall’obbligo della fattura elettronica solo per le fatture emesse, ma potrebbero essere in ogni caso interessati alla ricezione delle fatture elettroniche per quanto riguarda gli acquisti.

Vediamo di capire un po’ di più in cosa consiste la FATTURA ELETTRONICA. Si tratta di un documento informatico (formato XML) trasmesso in modalità telematica all’AGENZIA DELLE ENTRATE che si avvale, per questo scopo, di un SISTEMA DI INTERSCAMBIO (SdI) che, oltre a ricevere la fattura dall’emittente, si preoccuperà di inoltrarla al destinatario. A partire dal 1° gennaio 2019 tutte le fatture emesse in un formato diverso da quello elettronico, saranno considerate non emesse.

Per poter convertire la normale fattura in FATTURA ELETTRONICA occorre un programma che consenta la compilazione del file della fattura nel formato XML. L’Agenzia Delle Entrate ha messo a disposizione tre programmi gratuiti, in alternativa è possibile utilizzare software privati (soprattutto quelli rilasciati dagli stessi produttori dei software gestionali per predisporre le fatture ).

I dati obbligatori da riportare nella fattura elettronica sono gli stessi che si riportavano nelle fatture cartacee, ma accanto a questi comparirà l’obbligo di indicazione dell’INDIRIZZO TELEMATICO dove il cliente vuole gli venga consegnata la fattura. Dovrà essere redatta usando esclusivamente un PC, un TABLET o uno SMARTPHONE e dovrà essere trasmessa in modalità elettronica al SdI dell’Agenzia Delle Entrate.

Il Sistema di Interscambio (SdI), è una sorta di “postino” che, quindi, riceverà le fatture dal fornitore (o chi per lui le trasmette) e, dopo un controllo formale delle stesse, le consegnerà al cliente (o chi per lui le riceve).

Come qualsiasi “postino”, anche il SdI deve sapere l’indirizzo dove recapitare la fattura; per questo è necessario che, nel compilare i dati del cliente, venga inserito in fattura elettronica l’indirizzo telematico che il cliente ha comunicato al fornitore.


Tale indirizzo telematico può essere alternativamente:

  • un indirizzo PEC, in tal caso il fornitore, nel compilare la fattura, dovrà inserire nel campo “Codice Destinatario” il valore “0000000” (sette volte zero) e nel campo “PEC Destinatario” l’indirizzo PEC comunicato dal cliente;
  • un codice alfanumerico di 7 cifre, in tal caso occorrerà compilare solo il campo della fattura “Codice Destinatario” con il codice comunicato dal cliente;
  • il codice numerico “0000000” (sette volte zero) qualora il cliente non abbia comunicato alcun indirizzo telematico (PEC o Codice Destinatario): in tal caso il fornitore dovrà ricordare al cliente che la fattura elettronica è recuperabile nella sua area riservata “Consultazione” del portale “Fatture e Corrispettivi” del sito dell’ Agenzia delle Entrate.

Per agevolare e rendere più sicuro il processo di consegna della fattura elettronica, l’Agenzia delle Entrate ha reso disponibile un servizio di pre-registrazione, con il quale le imprese e i professionisti possono comunicare “a monte” al postino SdI l’indirizzo telematico su cui ricevere di default tutte le loro fatture elettroniche, indipendentemente dall’indirizzo che il fornitore avrà compilato nella fattura.

Se non si è effettuata alcuna operazione di registrazione dell’indirizzo telematico con l’apposito servizio, il SdI (Sistema di Interscambio) consegnerà la fattura elettronica all’indirizzo telematico presente nella fattura stessa. Pertanto, la fattura elettronica verrà recapitata alla casella PEC (Posta Elettronica Certificata) ovvero al “Codice Destinatario (canale telematico FTP o Web Service)” che il cliente avrà comunicato al suo fornitore e che quest’ultimo avrà correttamente riportato nella fattura.

L’operatore IVA può decidere di ricevere la fattura ad un indirizzo PEC direttamente a lui intestato o su un canale telematico (FTP o Web Service) direttamente da lui gestito oppure può farla ricevere, per suo conto, da un soggetto terzo, solitamente un intermediario o un provider che offre servizi specifici proprio di trasmissione e ricezione delle fatture elettroniche.Il Sistema di Interscambio consegna le fatture elettroniche all’indirizzo PEC o sul canale telematico (FTP o Web Service) che legge dalla fattura, indipendentemente se questi sono direttamente riconducibili al cliente o meno.

Per quanto riguarda le modalità di trasmissione, la fattura elettronica può essere trasmessa direttamente dall’Operatore IVA oppure quest’ultimo può farla trasmettere, per suo conto, da un soggetto terzo, solitamente un intermediario o un provider che offre servizi specifici proprio di trasmissione e ricezione delle fatture elettroniche.


La creazione di un “canale telematico” FTP o Web Service autonomo
 da parte dell’Operatore Iva deve essere effettuata solo se un’azienda intende creare un canale telematico dedicato e sempre attivo (canale di tipo FTP o Web-Service) tra i suoi server e il Sistema di Interscambio.
Questa procedura, quindi, è rivolta a quegli operatori caratterizzati da un particolare grado di informatizzazione, capaci di gestire con continuità e con costante presidio di personale il sistema informativo collegato al SdI e che devono trasmettere un numero molto rilevante di fatture elettroniche.

Una volta che il file della fattura elettronica è stato trasmesso al SdI (Sistema di Interscambio), quest’ultimo esegue alcuni controlli e, se tali controlli sono superati, trasmette il file all’indirizzo telematico presente nella fattura. I tempi in cui il SdI effettua le operazioni di controllo e consegna della fattura possono variare da pochi minuti ad un massimo di 5 giorni.

I controlli che il Sistema di Interscambio esegue sulla Fattura elettronica sono i seguenti:

  • verifica che siano presenti almeno le informazioni minime obbligatorie previste per legge,
  • verifica che i valori della partita Iva del fornitore (cedente/prestatore) e della partita Iva oppure del Codice Fiscale del cliente (cessionario/committente) siano esistenti, cioè presenti in Anagrafe Tributaria
  • verifica che sia inserito in fattura l’indirizzo telematico dove recapitare il file, cioè che sia almeno compilato il campo «Codice Destinatario»
  • verifica che ci sia coerenza tra i valori dell’imponibile, dell’aliquota e dell’Iva

Per tutte le fatture elettroniche inviate a privati (altri operatori Iva o consumatori finali), il SdI accetta anche file non firmati digitalmente.

Se uno o più dei controlli sopra descritti non andasse a buon fine, il SdI “scarta” la fattura elettronica e invia al soggetto che ha trasmesso il file una ricevuta di scarto all’interno della quale sarà anche indicato il codice e una sintetica descrizione del motivo dello scarto. La ricevuta di scarto viene trasmessa dal SdI alla medesima PEC o al medesimo canale telematico (FTP o Web Service) da cui ha ricevuto la fattura elettronica. Spetterà poi all’emittente della fattura comunicare tempestivamente all’acquirente lo scarto della medesima e la messa a disposizione della fattura nell’Area Riservata del Portale “Fatture e corrispettivi” del sito dell’Agenzia delle Entrate.

Se i controlli sopra descritti vanno a buon fineil SdI recapita la fattura elettronica all’indirizzo telematico che legge nel file della fattura (campi “Codice Destinatario” e “PEC Destinatario”) e invia al soggetto che ha trasmesso il file una ricevuta di consegna all’interno della quale sono indicate la data e l’ora esatta in cui è avvenuta la consegna.

Inoltre, un duplicato della fattura elettronica è sempre messo a disposizione sia del cliente che del fornitore nelle loro rispettive aree riservate di “Consultazione – Dati rilevanti ai fini iva del portale “Fatture e Corrispettivi” del sito dell’Agenzia delle Entrate. Il duplicato della fattura elettronica ha lo stesso valore giuridico del file originale della fattura.

La fattura si considera emessa nel momento in cui questa supera i controlli del SDI, indipendentemente che venga recapitata o meno al destinatario.

Per legge (art. 39 del Dpr n. 633/1972) sia chi emette che chi riceve una fattura elettronica è obbligato a conservarla elettronicamente.

La conservazione elettronica, tuttavia, non è la semplice memorizzazione su computer del file della fattura, bensì un processo regolamentato tecnicamente dalla legge (CAD – Codice dell’Amministrazione Digitale).
Con il processo di conservazione elettronica a norma, infatti, si avrà la garanzia, negli anni, di non perdere mai le fatture, riuscire sempre a leggerle e, soprattutto, poter recuperare in qualsiasi momento l’originale della fattura stessa (così come degli altri documenti informatici che si decide di portare in conservazione).

Il processo di conservazione elettronica a norma è usualmente fornito da operatori privati certificati facilmente individuabili in internet; tuttavia, l’Agenzia delle Entrate mette gratuitamente a disposizione un servizio di conservazione elettronica a norma per tutte le fatture emesse e ricevute elettronicamente attraverso il Sistema di Interscambio.

Fonti:

www.agenziaentrate.gov.it

www.money.it

SEAC