L’ALOPECIA PSICOGENA: UN PROBLEMA SEMPRE PIU’ DIFFUSO

Alopecia Psicogena. Hairk Kulture, Natural & Technology Hair Product

L’alopecia da stress (o alopecia psicogena) si configura come un disturbo psicosomatico causato dallo stress e dalle tensioni nervose.

Per una migliore comprensione di questa forma di alopecia è necessario prima inquadrare la sua causa scatenante, ossia lo stress.

Lo stress è una reazione che si manifesta quando una persona percepisce uno squilibrio tra le sollecitazioni ricevute e le risorse a disposizione. Si tratta, precisamente, di una sindrome generale di adattamento (SGA) atta a ristabilire un nuovo equilibrio interno (omeostasi) in seguito a fattori di stress (stressors). Lo stress ha quindi la funzione benefica di attivare risorse e guidarci alla risoluzione di problemi e lo possiamo suddividere in tipo acuto oppure cronico.

Lo stress acuto si traduce in un episodio sporadico e di breve durata, la cui risposta consiste nella reazione di allarme (definita in questo caso di “attacco o fuga”), in una resistenza di brevissima durata e un quasi istantaneo ritorno alla normalità.

Lo stress cronico invece è più complesso e si traduce in un episodio o una situazione di lunga durata. A seconda della sua manifestazione possiamo suddividerlo in cronico intermittente e cronico propriamente detto.

Il primo consiste in una serie di episodi costanti di stressors, mentre il secondo in una situazione generale di stress che, malauguratamente per colui che ne è vittima, si conclama anche in assenza di stressors.

Lo stress cronico può avere varie conseguenze come la perdita della capacità di rilassarsi, mal di testa, tensioni muscolari, abbassamento delle difese immunitarie e come appunto già detto, l’alopecia psicogena.

Uno stress forte e improvviso (stress acuto) spesso è dovuto a un evento emotivo molto importante e può far cadere centinaia di capelli in fase di riposo (telogen effluvium acuto). I capelli si rifugiano nella fase di telogen, bloccando ogni attività e arrivando dopo tre mesi a cadere, senza peraltro risultare danneggiata la struttura del follicolo che finito, il momento di stress, sarà pronto per un nuovo ciclo. Si tratta pertanto di una forma di alopecia reversibile.

Se lo stress è meno intenso e più costante nel tempo (stress cronico), avremo invece un telogen effluvium cronico dove la perdita sarà meno importante, ma sarà anche più difficile risolvere il problema.

Questi due tipi di Telogen Effluvium contribuiscono non poco a velocizzare l’evoluzione di altre forme di calvizie. Il follicolo tende ad accelerare ulteriormente il suo ciclo e i capelli nella fase di telogen aumentano notevolmente di numero. Spesso non riescono neanche a passare alla fase di riposo e cadono nella fase di crescita, diventando sempre più piccoli e sottili.

Nella risposta veloce, ossia durante lo stress acuto, il sistema simpatico causa il rilascio di adrenalina and noradrenalina (gli ormoni dell’ “attacca o fuggi”), che permettono all’organismo di affrontare un pericolo imminente.

Nella risposta lenta invece l’ipotalamo secerne l’ormonecorticoliberina (CHR)che a sua voltastimola il rilascio della corticotropina ( ACTH) e della vasopressina (ADH).

L’ADH (o vasopressina) determina la ritenzione idrica che causa l’aumento di volume ematico e la costrizione dei vasi.

L’ACTH agisce invece a livello corticale surrenale, stimolando il rilascio di cortisolo and aldosterone. Il cortisolo induce il fegato a rilasciare glucosio nel sangue, per permettere all’organismo di affrontare il momento di bisogno con maggiori risorse energetiche, ma se lo stress diventa continuo nel tempo, il cortisolo, da utile baluardo dei nostri bisogni, diventa sostanza dannosa capace di “corrodere” le funzioni più importanti del nostro organismo. L’eccesso di glucosio provoca infatti alterazioni nella produzione d’insulina e manda in tilt l’equilibrio ormonale. Un’alterazione della produzione di glucosio determina l’intolleranza del primo e insulino resistenza, condizioni che possono portare al diabete. Vengono rilasciate nel sangue maggiori quantità di grassi che a lungo andare provocano un aumento di colesterolo e trigliceridi e un conseguente incremento del rischio cardiovascolare. Si ha poi un maggior utilizzo da parte dell’organismo degli aminoacidi dei tessuti muscolari, riducendo così le risorse proteiche dei nostri muscoli. La pelle diventa più sottile e meno elastica e si indeboliscono i tessuti linfoidi, deputati a modulare le difese immunitarie del nostro organismo. Inoltre la liberazione eccessiva e costante di cortisolo è anche in grado di danneggiare la mucosa gastrica. Gastriti, esofagite da reflusso, lesioni ulcerose sono spesso correlate alle alterazioni di quest’ormone. Adrenalina e cortisolo sono i due ormoni dello “stress” capaci di risolverci un sacco di problemi se secreti nelle giuste quantità, ma nemici della salute se prodotti in eccesso.

Per capire come lo stress possa influire sul “blocco” delle attività del capello bisogna prima specificare un concetto base, ossia l’azione dell’AdenosinaMonofosfatoCiclico (AMPciclico o cAMP) . L’AMP ciclico, importante metabolita, se non “disturbato”,adempie costantemente ai suoi compiti e consente alle cellule di produrre energia con la glicolisi e compiere in maniera normale le loro funzioni.
Il suo ruolo in questo caso è attivare quei processi metabolici per produrre costantemente energia per costruire le proteine del capello, permettere a quelle della matrice di produrre cheratina e ai melanociti di secernere i pigmenti necessari. Le cellule della matrice hanno sulla membrana anche dei recettori alfa per l’adrenalina e la noradrenalina. Lo stress scatena la produzione di questi ormoni, e si ipotizza che legandosi al recettore alfa, provochino inibizione dell’attività dell’AMP ciclico, inibizione della glicolisi, riduzione dell’attività delle cellule del follicolo e conseguente perdita dei capelli.
In qualche maniera l’adrenalina e la noradrenalina prodotte in eccesso a causa di uno stress fisico o psichico, contribuiscono assieme al DHT (driidrotestosterone – ormone androgeno derivato del testosterone) nell’azione di “disturbo” delle attività metaboliche del follicolo pilifero.
Non per niente sono stati riferiti casi in cui a seguito di un forte spavento o stress anche l’attività dei melanociti veniva bruscamente fermata. L’adrenalina prodotta in eccesso e lo stress ossidativo, impediscono così alla maggior parte dei melanociti di produrre la melanina. Ecco perché non è luogo comune che, a seguito di periodi prolungati di stress, aumentino i capelli bianchi!
L’aumento di cortisolo che si determina da uno stress prolungato negli anni, inibisce la produzione di tutti gli eicosanoidi (ormoni locali), sia quelli dannosi che provocano infiammazione, sia quelli benefici che permettono una comunicazione ormonale perfetta dei sistemi cardiovascolare, nervoso e immunitario.

Nel caso dei capelli, il cortisolo, bloccando l’azione di questi eicosanoidi “buoni”, altera l’azione dell’ AMP ciclico con conseguenze gravi su tutta l’attività cellulare del follicolo.

Il cortisolo in eccesso, inoltre, mobilita continuamente glucosio nel sangue, che, in tal misura, è in grado di alterare (glicolisare) la struttura molecolare delle proteine destinate ai processi rigenerativi del nostro organismo, come ad esempio quelle coinvolte nella formazione della cheratina dei capelli.

I disordini metabolici e le interferenze nei messaggi ormonali più o meno transitori, causati dallo stress determinano inoltre, come diretta conseguenza, la formazione di radicali liberi.
I radicali liberi possono ossidare grassi, proteine, DNA, danneggiando la struttura di queste molecole. Le cellule “operaie” della matrice del capello, deputate alla continua produzione di cheratina, possono essere influenzate dallo stress ossidativo dei radicali liberi, i quali peraltro danneggiano anche gli enzimi e le molecole del bulbo pilifero, scatenando una reazione a catena che negli anni provoca un accelerato invecchiamento della struttura del capello. Il follicolo pilifero subisce una parziale alterazione del ciclo e le cellule germinative (cellule della matrice) anticipano la loro temporanea “morte” cellulare (apoptosi). Il periodo catagen, che prepara il follicolo pilifero alla nascita di un nuovo capello risulta così alterato e imperfetto, determinando nel tempo un diradamento costante.

Da quest’analisi appare pertanto evidente come una condizione di stress, a partire da singoli episodi, sino ad arrivare alla cronicità, metta a serio rischio la nostra salute, coinvolgendo le principali funzioni dei nostri organi, tra cui, come abbiamo visto, anche la salute e la bellezza dei nostri capelli. Sarebbe pertanto importante ridurre le fonti ansiogene e cercare di vivere in una condizione di equilibrio fisico ed emotivo, ma dal momento che è la stessa società in cui viviamo ad imporci ritmi cui diventa molto complicato sottrarsi, quantomeno possiamo aiutare il nostro organismo ad affrontare al meglio della propria condizione, le conseguenze determinate dallo stress. Diventa pertanto fondamentale avere uno stile di vita adeguato e una giusta alimentazione che rafforzi il sistema immunitario e fornisca tutti i nutrienti indispensabili per ottimizzare gli scambi che avvengono nel nostro organismo. Per quanto riguarda i capelli, un grande aiuto può darlo acquisire sane abitudini di igiene e cura degli stessi con prodotti non aggressivi, finalizzati a mantenere inalterato l’equilibrio del film idrolipidico della cute, a nutrire e idratare quando serve, a restituire le proteine danneggiate, attraverso la sinergia di componenti finalizzati proprio a rimediare ai danni delle alterazioni metaboliche cui sono sottoposte le cellule del follicolo e del capello a causa dello stress. Noi di H.K. Hair Kulture, con la nostra linea tricologica IKS ad estrazione naturale, è quello che ci sforziamo di fare.

SEMINAR MODA TAGLIO PRIMAVERA-ESTATE 2019

Seminar Moda Taglio edizione 2019 presso Hair Kulture, Natural & Technology Hair Product

Lunedì 15 aprile presso la nostra sede di Parma, si è tenuto il SEMINAR MODA TAGLIO in cui il nostro HAIR STYLIST VINCENZO DI PASQUALE ha illustrato ai partecipanti le sue proposte PRIMAVERA –ESTATE 2019 per H.K. HAIR KULTURE.

Dopo aver condiviso attraverso un video, gli emozionanti momenti che da un anno a questa parte stanno caratterizzando il percorso di formazione e di conoscenza umana e professionale del coach con i parrucchieri H.K. e che porteranno alla creazione di un vero e proprio team che girerà l’Italia per far conoscere H.K. HAIR KULTURE e le sue proposte, Vincenzo ha spiegato, con la solita maestria, i suoi tagli per la stagione entrante.

Ecco quindi ROBERTA, taglio Pixie, dalla marcata impronta anglosassone, dalle rigide geometrie, ma contemporaneamente fresco, spettinabile, grintoso e di grande impatto, per donne dalla personalità decisa, che non vogliono rinunciare alla praticità vissuta con stile.

Poi GIULIA, sempre corto, dinamico, divertente, dalla tecnica precisa che si presta però ad innumerevoli interpretazioni, per arrivare ad un effetto moda assolutamente unico e personale, per teste irripetibili che si fanno notare con classe ed originalità

La mattinata è stata poi piacevolmente allietata dalla performance inaspettata e contemporanea su modelle tratte dai presenti, dei due Maestri …….Leo Lucidi che ha rispolverato le tecniche di base per un Bob classico, dall’intramontabile linea semplice ed elegante e Vincenzo Di Pasquale che ha invece riproposto il taglio GIULIA, rivisitato in base alle caratteristiche dell’improvvisata modella, dall’effetto estremamente grintoso e moderno.

Grande tecnica e fantasia, con spunti tratti dalle tendenze delle passerelle inglesi nel rispetto della sensibilità e dell’interpretazione personale , come sempre motivi conduttori delle proposte VINCENZO DI PASQUALE per H.K.HAIR KULTURE.

Dopo una godereccia pausa pranzo con prodotti tipici di Parma, i partecipanti si sono cimentati in un insolito, ma estremamente efficace, percorso STEP BY STEP, in cui, alla spiegazione del Maestro, è seguita l’esecuzione contemporanea dei presenti, per arrivare a produrre un taglio il più possibile vicino al suo, ma con licenza di esprimere varianti e personalizzazioni, pur se nel rispetto delle tecniche spiegate.

CHE DIRE? Come sempre grande professionalità, disponibilità e simpatia da parte del Maestro Vincenzo Di Pasquale, enorme lezione di competenza e di eleganza stilistica da parte del più che mai sempreverde LEO LUCIDI, collaborazione e attenzione da parte dei presenti (a numero chiuso per essere seguiti in modo specifico e diretto) e immersione profonda di cultura nel mondo dello stile e della tecnica per noi componenti dello staff, che veniamo così ricompensati delle fatiche della preparazione di una giornata di formazione che deve sempre essere all’altezza delle più esigenti aspettative.

ALLA PROSSIMA!!

NICHEL FREE? NICHEL TESTED? Facciamo chiarezza

nichel free, facciamo chiarezza. Dal Blog di Hair Kulture, Natural & Technology Hair Product

Quella al Nichel è probabilmente una delle allergie più diffuse. L’allergia da contatto al metallo, può provocare dermatiti e pruriti, con comparsa di eczema in caso di contatto continuato. 

In commercio si trova una grande varietà di indicazioni: Nichel tested – Senza Nichel – Nichel Free – Nichel < 1 ppm…tanta confusione sulla dicitura da utilizzare e sul suo reale significato.
Proviamo a fare un po’ di chiarezza.
Iniziamo a capire di che cosa si tratta: il Nichel è un metallo che si trova praticamente ovunque (nel suolo, nell’acqua, nell’aria, nelle piante e negli animali). Questa piccola prefazione già ci indica che la totale assenza di questo metallo in un prodotto cosmetico, è praticamente impossibile. Si può trovare come residuo del processo di produzione/conservazione del cosmetico o come impurezza di altri ingredienti del cosmetico stesso (coloranti o ausiliari): NICHEL FREE o SENZA NICHEL non sono pertanto indicazioni verosimili.
La legge cosmetica Europea non affronta l’argomento nel dettaglio, per cui ci si affida ai pareri dell’Istituto Superiore di Sanità secondo cui, per minimizzare il rischio di reazioni allergiche per soggetti molto sensibilizzati, il tetto massimo è di 1 ppm.
A questo punto la dicitura NICHEL TESTED potrebbe essere quella più appropriata, anche se questa dicitura non dà indicazioni sul fatto che il test per la sua rintracciabilità sia fatto ad ogni lotto di produzione e non dà neppure indicazioni in merito alla soglia considerata come limite massimo dal fabbricante.
Tutti i prodotti H.K. HAIR KULTURE – linea IKS and KOLOURGEL, eseguiti secondo le BUONE PRATICHE DI FABBRICAZIONE, in conformità con la CERTIFICAZIONE ISO 22716:2007 (GMP), sono tutti NICHEL TESTED, con test effettuati AD OGNI LOTTO DI PRODUZIONE e con valori inferiori a 1 ppm, tali DA NON PRODURRE REAZIONI NEI SOGGETTI ALLERGICI.

Di seguito diamo la definizione di ppm tratta da WIKIPEDIA per far capire di che quantità stiamo parlando:
Parti per milione (ppm) è una unità di misura adimensionale che indica un rapporto tra quantità misurate omogenee di un milione a uno. Ad esempio viene usata per livelli estremamente bassi di concentrazione di un elemento chimico, ma anche per esprimere errori di misurazione, o tolleranze.

FONTI BIBLIOGRAFICHE
– Rapporti ISTISAN 09/12
– Basketter DA, Angelini G, Ingber A, Kern PS, Menné T. Nickel, chromium and cobalt in consumer products: revisiting safe levels in the new Millennium. Contact Dermatitis 2003;49:1-7.
– Basketter DA, Briatico-Vangosa G, Kaesner W, Lally C, Bontinck WJ. Nickel, cobalt and chromiumin consumer products: a role in allergic contact dermatitis? Contact Dermatitis 1993;28:15-25.
– http://www.nononsensecosmethic.org/cosmetici-nickel-tested-

SIAMO PRONTI PER LA FATTURAZIONE ELETTRONICA?

fatturazione elettronica: siamo pronti? Dal blog di Hair Kulture, Natural & Technology Hair Product

SIAMO PRONTI PER LA FATTURA ELETTRONICA? VEDIAMO DI CAPIRNE UN PO’ DI PIU’

La fattura elettronica sarà obbligatoria a partire dal 1° gennaio 2019 per gli operatori IVA, soggetti residenti o stabiliti in Italia, nella cessione di beni e prestazioni di servizi, sia con riferimento agli altri operatori IVA (operazioni B2B) sia con riferimento ai consumatori finali (B2C). Sono esenti dall’obbligo i PICCOLI AGRICOLTORI già esonerati dall’obbligo della fatturazione e coloro che appartengono al REGIME DI VANTAGGIO (ex regime dei minimi) e FORFETTARIO.

Attenzione però: tali soggetti saranno esonerati dall’obbligo della fattura elettronica solo per le fatture emesse, ma potrebbero essere in ogni caso interessati alla ricezione delle fatture elettroniche per quanto riguarda gli acquisti.

Vediamo di capire un po’ di più in cosa consiste la FATTURA ELETTRONICA. Si tratta di un documento informatico (formato XML) trasmesso in modalità telematica all’AGENZIA DELLE ENTRATE che si avvale, per questo scopo, di un SISTEMA DI INTERSCAMBIO (SdI) che, oltre a ricevere la fattura dall’emittente, si preoccuperà di inoltrarla al destinatario. A partire dal 1° gennaio 2019 tutte le fatture emesse in un formato diverso da quello elettronico, saranno considerate non emesse.

Per poter convertire la normale fattura in FATTURA ELETTRONICA occorre un programma che consenta la compilazione del file della fattura nel formato XML. L’Agenzia Delle Entrate ha messo a disposizione tre programmi gratuiti, in alternativa è possibile utilizzare software privati (soprattutto quelli rilasciati dagli stessi produttori dei software gestionali per predisporre le fatture ).

I dati obbligatori da riportare nella fattura elettronica sono gli stessi che si riportavano nelle fatture cartacee, ma accanto a questi comparirà l’obbligo di indicazione dell’INDIRIZZO TELEMATICO dove il cliente vuole gli venga consegnata la fattura. Dovrà essere redatta usando esclusivamente un PC, un TABLET o uno SMARTPHONE e dovrà essere trasmessa in modalità elettronica al SdI dell’Agenzia Delle Entrate.

Il Sistema di Interscambio (SdI), è una sorta di “postino” che, quindi, riceverà le fatture dal fornitore (o chi per lui le trasmette) e, dopo un controllo formale delle stesse, le consegnerà al cliente (o chi per lui le riceve).

Come qualsiasi “postino”, anche il SdI deve sapere l’indirizzo dove recapitare la fattura; per questo è necessario che, nel compilare i dati del cliente, venga inserito in fattura elettronica l’indirizzo telematico che il cliente ha comunicato al fornitore.


Tale indirizzo telematico può essere alternativamente:

  • un indirizzo PEC, in tal caso il fornitore, nel compilare la fattura, dovrà inserire nel campo “Codice Destinatario” il valore “0000000” (sette volte zero) e nel campo “PEC Destinatario” l’indirizzo PEC comunicato dal cliente;
  • un codice alfanumerico di 7 cifre, in tal caso occorrerà compilare solo il campo della fattura “Codice Destinatario” con il codice comunicato dal cliente;
  • il codice numerico “0000000” (sette volte zero) qualora il cliente non abbia comunicato alcun indirizzo telematico (PEC o Codice Destinatario): in tal caso il fornitore dovrà ricordare al cliente che la fattura elettronica è recuperabile nella sua area riservata “Consultazione” del portale “Fatture e Corrispettivi” del sito dell’ Agenzia delle Entrate.

Per agevolare e rendere più sicuro il processo di consegna della fattura elettronica, l’Agenzia delle Entrate ha reso disponibile un servizio di pre-registrazione, con il quale le imprese e i professionisti possono comunicare “a monte” al postino SdI l’indirizzo telematico su cui ricevere di default tutte le loro fatture elettroniche, indipendentemente dall’indirizzo che il fornitore avrà compilato nella fattura.

Se non si è effettuata alcuna operazione di registrazione dell’indirizzo telematico con l’apposito servizio, il SdI (Sistema di Interscambio) consegnerà la fattura elettronica all’indirizzo telematico presente nella fattura stessa. Pertanto, la fattura elettronica verrà recapitata alla casella PEC (Posta Elettronica Certificata) ovvero al “Codice Destinatario (canale telematico FTP o Web Service)” che il cliente avrà comunicato al suo fornitore e che quest’ultimo avrà correttamente riportato nella fattura.

L’operatore IVA può decidere di ricevere la fattura ad un indirizzo PEC direttamente a lui intestato o su un canale telematico (FTP o Web Service) direttamente da lui gestito oppure può farla ricevere, per suo conto, da un soggetto terzo, solitamente un intermediario o un provider che offre servizi specifici proprio di trasmissione e ricezione delle fatture elettroniche.Il Sistema di Interscambio consegna le fatture elettroniche all’indirizzo PEC o sul canale telematico (FTP o Web Service) che legge dalla fattura, indipendentemente se questi sono direttamente riconducibili al cliente o meno.

Per quanto riguarda le modalità di trasmissione, la fattura elettronica può essere trasmessa direttamente dall’Operatore IVA oppure quest’ultimo può farla trasmettere, per suo conto, da un soggetto terzo, solitamente un intermediario o un provider che offre servizi specifici proprio di trasmissione e ricezione delle fatture elettroniche.


La creazione di un “canale telematico” FTP o Web Service autonomo
 da parte dell’Operatore Iva deve essere effettuata solo se un’azienda intende creare un canale telematico dedicato e sempre attivo (canale di tipo FTP o Web-Service) tra i suoi server e il Sistema di Interscambio.
Questa procedura, quindi, è rivolta a quegli operatori caratterizzati da un particolare grado di informatizzazione, capaci di gestire con continuità e con costante presidio di personale il sistema informativo collegato al SdI e che devono trasmettere un numero molto rilevante di fatture elettroniche.

Una volta che il file della fattura elettronica è stato trasmesso al SdI (Sistema di Interscambio), quest’ultimo esegue alcuni controlli e, se tali controlli sono superati, trasmette il file all’indirizzo telematico presente nella fattura. I tempi in cui il SdI effettua le operazioni di controllo e consegna della fattura possono variare da pochi minuti ad un massimo di 5 giorni.

I controlli che il Sistema di Interscambio esegue sulla Fattura elettronica sono i seguenti:

  • verifica che siano presenti almeno le informazioni minime obbligatorie previste per legge,
  • verifica che i valori della partita Iva del fornitore (cedente/prestatore) e della partita Iva oppure del Codice Fiscale del cliente (cessionario/committente) siano esistenti, cioè presenti in Anagrafe Tributaria
  • verifica che sia inserito in fattura l’indirizzo telematico dove recapitare il file, cioè che sia almeno compilato il campo «Codice Destinatario»
  • verifica che ci sia coerenza tra i valori dell’imponibile, dell’aliquota e dell’Iva

Per tutte le fatture elettroniche inviate a privati (altri operatori Iva o consumatori finali), il SdI accetta anche file non firmati digitalmente.

Se uno o più dei controlli sopra descritti non andasse a buon fine, il SdI “scarta” la fattura elettronica e invia al soggetto che ha trasmesso il file una ricevuta di scarto all’interno della quale sarà anche indicato il codice e una sintetica descrizione del motivo dello scarto. La ricevuta di scarto viene trasmessa dal SdI alla medesima PEC o al medesimo canale telematico (FTP o Web Service) da cui ha ricevuto la fattura elettronica. Spetterà poi all’emittente della fattura comunicare tempestivamente all’acquirente lo scarto della medesima e la messa a disposizione della fattura nell’Area Riservata del Portale “Fatture e corrispettivi” del sito dell’Agenzia delle Entrate.

Se i controlli sopra descritti vanno a buon fineil SdI recapita la fattura elettronica all’indirizzo telematico che legge nel file della fattura (campi “Codice Destinatario” e “PEC Destinatario”) e invia al soggetto che ha trasmesso il file una ricevuta di consegna all’interno della quale sono indicate la data e l’ora esatta in cui è avvenuta la consegna.

Inoltre, un duplicato della fattura elettronica è sempre messo a disposizione sia del cliente che del fornitore nelle loro rispettive aree riservate di “Consultazione – Dati rilevanti ai fini iva del portale “Fatture e Corrispettivi” del sito dell’Agenzia delle Entrate. Il duplicato della fattura elettronica ha lo stesso valore giuridico del file originale della fattura.

La fattura si considera emessa nel momento in cui questa supera i controlli del SDI, indipendentemente che venga recapitata o meno al destinatario.

Per legge (art. 39 del Dpr n. 633/1972) sia chi emette che chi riceve una fattura elettronica è obbligato a conservarla elettronicamente.

La conservazione elettronica, tuttavia, non è la semplice memorizzazione su computer del file della fattura, bensì un processo regolamentato tecnicamente dalla legge (CAD – Codice dell’Amministrazione Digitale).
Con il processo di conservazione elettronica a norma, infatti, si avrà la garanzia, negli anni, di non perdere mai le fatture, riuscire sempre a leggerle e, soprattutto, poter recuperare in qualsiasi momento l’originale della fattura stessa (così come degli altri documenti informatici che si decide di portare in conservazione).

Il processo di conservazione elettronica a norma è usualmente fornito da operatori privati certificati facilmente individuabili in internet; tuttavia, l’Agenzia delle Entrate mette gratuitamente a disposizione un servizio di conservazione elettronica a norma per tutte le fatture emesse e ricevute elettronicamente attraverso il Sistema di Interscambio.

Fonti:

www.agenziaentrate.gov.it

www.money.it

SEAC

Seminar Moda Taglio e Colore Autunno-Inverno 2018/19 “INSEGUI IL TUO SOGNO”

seminar moda taglio e colore di Hair Kulture, Natural & Technology Hair Product

Altra grande giornata di formazione tenuta presso l’Hotel Astoria di Parma, domenica 23 settembre, dal nostro stilista e coach Vincenzo Di Pasquale, che con grande brio e maestria, ci ha illustrato tre nuovi strepitosi tagli per la stagione AUTUNNO-INVERNO 2018/19, oltre a mostrarci il frutto delle sue ispirazioni in fatto di taglio e colore, per teste che andranno a costituire la collezione della stagione entrante di H.K. Hair Kulture. La giornata ha avuto fin da subito connotati suggestivi in quanto il titolo attribuitole dallo stesso coach , “INSEGUI IL TUO SOGNO”, ha lasciato intuire che la componente emozionale avrebbe avuto un ruolo importante. In effetti, Vincenzo ha incoraggiato e motivato, con immagini e aforismi di grande impatto emotivo, tutti i partecipanti a non aver paura a mettersi in gioco, ad osare a violare, con un briciolo di sfrontatezza, proprio quelle regole, che tanto bene si devono conoscere, per poterle poi smontare per creare qualcosa di nuovo ed insolito, che possa caratterizzare un lavoro, da vivere costantemente con leggerezza ed entusiasmo. Passione, curiosità, desiderio continuo di migliorarsi insieme ad un pizzico d’incoscienza infantile, in equilibrio con la serietà e il rigore di un’adeguata e costante preparazione, sono, secondo Vincenzo, quegli elementi che, in un mix ideale di entusiasmo e professionalità, fanno sì che ogni parrucchiere possa ogni giorno vivere il suo lavoro come la realizzazione continua di un sogno. Sotto la spinta di queste suggestioni, in effetti, diversi partecipanti hanno espresso, invitati anonimamente a confidare il proprio sogno nel cassetto, il desiderio di crescere professionalmente, di avere magari un salone più grande o di essere individuabili per stile e peculiarità. Mantenere la leggerezza infantile dello sguardo rivolto verso i propri sogni, insieme al coraggio di agire per vederli realizzati, con passione, forza di volontà e determinazione, è quindi, secondo il coach Di Pasquale, il segreto per fare, di un lavoro, un costante divertimento e una gratificazione quotidiana. 

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Con questo spirito, nulla può essere precluso…e nulla si è precluso Vincenzo Di Pasquale che, con grande sfrontatezza, è riuscito, sovvertendo le basilari regole della colorazione, a creare suggestioni di colore ottenute mixando direttamente Kolourgel con Repair Cream della linea tricologica IKS, senza l’uso invasivo dell’Ossigeno , riuscendo contemporaneamente a donare riflessature delicate su capelli non danneggiati, ma addirittura ricostruiti e resi lucidi e sani dalla presenza del ristrutturante. Osare sì…ma con mestiere e grande competenza, che nascono da un vissuto importante come insegnante e prima ancora come parrucchiere innamorato della propria professione…questo è ciò che ci ha trasmesso Vincenzo Di Pasquale nell’introdurci nel magico mondo della colorazione, entrato quasi misteriosamente in una strana ma efficace simbiosi con quello della tricologia, arrivando così a combinare in modo sublime, salute e bellezza dei capelli.

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Anche nel taglio, per le proposte AUTUNNO-INVERNO 2018/19, Vincenzo ha ribadito la volontà di partire da tecniche geometriche molto precise, da sovvertire in un discorso evolutivo molto personale, improntato in una falsa casualità, dall’effetto molto libero e leggero, apparentemente privo di impalcature e rigidi condizionamenti. Il Lungo, la cui tecnica è dolcemente chiamata Summer Dream, crea quindi un effetto sconnesso progressivo di movimento di volumi proiettati nello spazio, dove, sezioni diagonali lanciate in verticale, danno alla linea un risultato morbido e selvaggio. Il Medio, dal nome un po’ più aggressivo (Wild Dream) è un Long Bob orizzontale, leggermente svuotato internamente, ottenuto tracciando delle sezioni in obliquo a 45°, con frangia anch’essa in obliquo. L’effetto è pieno e voluminoso con frangia asimmetrica. Il Corto, semplicemente The Dream, è un susseguirsi di sezioni diagonali a 0/ 45°/90°, dove, proseguendo in obliquo con le stesse gradazioni, con una scalatura sempre in obliquo sul perimetrale destro, si crea un’asimmetria sia di perimetro che di volumi. L’effetto è un corto molto sconnesso e spiritoso. 

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GEOMETRIA, ESTRO, GIOCHI DI VOLUMI E ARMONIA TRA SALUTE E BELLEZZA DEI CAPELLI: QUESTO E’ L’AUTUNNO INVERNO 2018/19 DI VINCENZO DI PASQUALE

KOLOURGEL: la colorazione permanente in gel che colora e contemporaneamente si prende cura dei tuoi capelli

kolourgel: la colorazione permanente che si prende cura dei tuoi capelli. Un prodotto Hair Kulture, Natural & Technology Hair Product

Perché possiamo considerare Kolourgel, il nostro colore in gel permanente senza nichel e senza ammoniaca, una colorazione che, per quanto garantisca un’eccellente copertura, può ritenersi non invasiva? Innanzi tutto andiamo a verificare che cosa comporta l’allergia a NICHEL ed AMMONIACA, elementi di cui KOLOURGEL è TOTALMENTE PRIVO.

ALLERGIA AL NICHEL

L’allergia al nichel è la causa più comune di dermatite allergica da contatto, una patologia che produce lesioni cutanee molto simili a quelle dell’eczema: dapprima si formano delle bolle sulla superficie della pelle, che appare arrossata, pruriginosa, gonfia e ricoperta di vescicole che possono rompersi formando croste; successivamente, se il contatto con il nichel persiste nel tempo, la pelle si ispessisce e si desquama, screpolandosi e assumendo un colore più scuro.

Vengono in tal senso colpite soltanto le parti del corpo esposte direttamente all’allergene ed è proprio per questo motivo che si parla di dermatite allergica da contatto (anche se a volte tali sintomi possono manifestarsi anche in altre regioni corporee).

Con il passare del tempo, le manifestazioni tipiche dell’allergia al nichel possono diventare molto scomode e dolorose. Ad ogni modo, la loro intensità all’interno della popolazione considerata allergica (le statistiche parlano di un’incidenza intorno al 10%) è variabile in funzione del grado di allergia al nichel.

Compare anche in base a fattori genetici – che giustificano un certo grado di familiarità per la patologia – per cui il sistema immunitario degli individui allergici reagisce al nichel scatenando una reazione più o meno severa. Il metallo viene infatti riconosciuto come un qualche cosa di estraneo, al pari di una scheggia o di un microrganismo patogeno, e come tale viene attaccato tramite una reazione infiammatoria caratterizzata dal forte rilascio di istamina da parte dei mastociti. Questa sostanza aumenta la permeabilità dei piccoli vasi sanguigni dell’area interessata, favorendo l’accumulo di liquidi (vescichette), globuli bianchi ed altre sostanze deputate al confinamento e alla distruzione dell’agente lesivo; l’istamina, inoltre, produce un forte prurito a livello locale.

Normalmente, dopo essere entrato a contatto con la pelle di persone allergiche, il nichel determina eruzione cutanea nel giro di 12/48 ore, dopodiché possono essere necessarie dalle due alle quattro settimane prima che lo sfogo si risolva completamente.

ALLERGIA ALL’AMMONIACA

L’ammoniaca è una sostanza chimica irritante che emana un forte odore . Le allergie inalatorie all’ ammoniaca si verificano quando si respirano i fumi attraverso , il naso, la bocca, coinvolgendo anche gli occhi . Le reazioni da dermatite da contatto avvengono attraverso l’esposizione della pelle all’ammoniaca.
La reazione allergica da inalazione, provoca sintomi associati alla rinite allergica , la congiuntivite e l’asma , come il naso che cola , prurito agli occhi e lacrimazione , starnuti , respiro sibilante , mancanza di respiro e tosse . Le reazioni cutanee per contatto con ammoniaca includono la pelle secca derivante da eczema , rossore , orticaria , prurito, gonfiore e vesciche . La dermatite da contatto può anche diffondersi .in tutto il corpo.

LE GRANDI PROTEZIONI DI KOLOURGEL 

Andiamo ora ad analizzare i principi vegetali funzionali presenti in Kolourgel, che danno un’importante protezione dagli effetti invasivi dei pigmenti colorati e degli agenti conduttori dei medesimi nella fibra capillare, rendendo i capelli idratati, morbidi e setosi e la cute priva di infiammazioni.

OLIO DI COCCO

L’olio di cocco è un grasso vegetale costituito interamente da trigliceridi, quindi senza colesterolo. Nonostante sia di origine vegetale, presenta comunque in prevalenza acidi grassi saturi come l’ACIDO LAURICO, CAPRINICO e CAPRILICO. Sono inoltre presenti dei nutrienti come la VITAMINA K, la colina, tracce di vitamina E e di FERRO. Possiede delle proprietà quasi terapeutiche, come fare aumentare la concentrazione del colesterolo buono a scapito di quello cattivo, contribuire a rendere più forte il sistema immunitario, costituire un fattore di protezione del sistema cardiovascolare ed essere un potente antiossidante contro i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento precoce cellulare. Utilizzato in preparati per capelli, proprio per la presenza degli acidi grassi, fa sì che questi risultino idratati, morbidi, lucenti e facilmente domabili.

OLIO DI GERME DI GRANO

L’olio di germe di grano è tratto dalla parte del seme, da cui nasce la pianta. E’ ricco di sali minerali, di vitamine del gruppo B e presenta una percentuale alta di vitamina E. Tutto questo garantisce la possibilità che esso agisca come antiossidante, contrastando l’azione dei radicali liberi e, quindi, ritardando l’invecchiamento cellulare.E’ ricco anche di OMEGA 3 e OMEGA 6, che assicurano il miglioramento dell’efficienza mentale, la riduzione di infiammazioni anche in caso di colite e gastrite e il minor rischio di incorrere in malattie cardiovascolari.L’olio di germe di grano si adatta perfettamente anche alla possibilità di ristrutturare i capelli stressati dall’azione dei coloranti, oltre ad assicurare la giusta idratazione per il cuoio capelluto.

OLIO DI PULA DI RISO

L’olio di riso è un olio vegetale ottenuto tramite il procedimento di spremitura a freddo del germe e della pellicola interna del chicco (pula). Nei Paesi orientali, dove l’incidenza delle patologie cardiovascolari è tra le più basse al mondo, l’olio di riso è conosciuto come “olio della salute” perché è in grado di inibire la sintesi del colesterolo e dei trigliceridi nell’organismo. Naturalmente ricco di ACIDI GRASSI INSATURI e TOCOFEROLI, si differenzia da tutti gli altri oli, perché contiene il più alto livello di steroli non saponificabili, di cui il più importante è, il GAMMA ORIZANOLO, un antiossidante che possiede la capacità di schermare le radiazioni ultraviolette e di proteggere la cute dai danni causati da queste. L’olio di riso è inoltre apprezzato per la sua azione emolliente, antinfiammatoria, idratante. I tocoferoli dell’olio di riso, sono largamente impiegati come sostanze funzionali anti-età, destinate al trattamento e alla prevenzione dell’invecchiamento precoce della pelle e dei capelli. Il gamma orizanolo contrasta efficacemente il danno generato dai radicali liberi sui fosfolipidi delle membrane cellulari, proteggendo la pelle dallo stress ossidativo e dal fotoinvecchiamento.

ESTRATTO LIPOLICO DI TIGLIO

L’estratto di Tiglio si ottiene dai fiori e dalle brattee delle varie specie di piante appartenente al genere Tilia, famiglia delle Tiliaceae. Si presenta sotto forma di polvere. E’ costituito principalmente da MUCILLAGINI ed ETEROPOLISACCARIDI che formano un film sottile e trasparente in grado di legare acqua e di cederla allo strato corneo, lasciando la pelle idratata ed elastica. Tilia platyphyllos extract contiene inoltre FLAVONOIDI, come la rutina e la quercetina, TANNINI  e una bassa percentuale di olio essenziale, che ne determinano le proprietà rinfrescanti, toniche e lenitive.

L’estratto di tiglio è un utile ingrediente per la preparazione di emulsioni e sieri per pelli delicate, sensibili, secche, aride, tendenti all’arrossamento. La funzionalità dell’estratto è sfruttabile anche nella realizzazione di preparati cosmetici destinati al trattamento dei capelli trattati. Grazie al suo potere filmogeno, l’estratto di tiglio limita la perdita d’acqua e funziona da protettivo nei confronti del fusto del capello, riducendone la porosità e aumentandone la lucentezza e la morbidezza.

Fonti:

www.my-personaltrainer.it
www.itsalute.com

PARABENI SI’…PARABENI NO..FACCIAMO CHIAREZZA

parabeni: facciamo chiarezza su un argomento spinoso e spesso controverso. Hair Kulture, Natural & Technology Hair Product

Oggigiorno sentiamo spesso parlare di “parabeni” e, anche se il significato preciso di questo termine è ai più sconosciuto, la propaganda commerciale, ha portato ad associare questa parola a conseguenze nefaste per il nostro organismo. Molte aziende hanno infatti affidato al “paraben free” lo slogan per promuovere prodotti, a loro dire, più sicuri rispetto a quelli che ne contengono. Ma siamo sicuri che sia proprio così e soprattutto, tutti i parabeni sono da demonizzare? Vediamo di fare un po’ di chiarezza su un argomento spinoso e controverso, ma che contiene elementi di certezza nelle normative vigenti e negli studi fin qui attuati. Innanzi tutto cerchiamo di capire cosa s’intende con il termine “parabene”.

parabeni sono una famiglia di composti organici aromatici, esteri dell’acido 4 – idrossilbenzoico ( i più utilizzati sono i metil –etil – propil – butil – isobutil e benzil) che possono essere usati soli o sotto forma di miscele per aumentarne l’efficacia. Sono generalmente prodotti dall’uomo, ma si possono trovare anche in natura, nelle piante e negli animali. I parabeni sono dei conservanti.

CHE COS’E’ UN CONSERVANTE?

I conservanti sono additivi chimici o naturali usati per favorire il mantenimento nel tempo di determinate caratteristiche di sostanze soggette ad alterazione microbiologica e/o chimico-fisica.

COME AGISCE UN CONSERVANTE?

Un conservante può agire tramite tre principali attività:

  • BATTERICIDA: i batteri vengono uccisi dal conservante
  • BATTERIOSTATICA: i batteri non vengono uccisi dal conservante, ma viene inibita o limitata la loro duplicazione
  • FUNGICIDA: i funghi vengono uccisi dal conservante

CHE FUNZIONE HA UN CONSERVANTE?

Garantendo il mantenimento della qualità organolettica di un prodotto, ne garantisce la sua SICUREZZA. Evita infatti contaminazioni che possono essere dannose per la salute, causando irritazioni, infiammazioni ed infezioni.

PERCHE’ SI SVILUPPANO I MICROORGANISMI?

Sono diversi i fattori che possono creare un ambiente favorevole per lo sviluppo di microorganismi come batteri, lieviti e muffe. Per citarne alcuni: presenza di acqua; presenza di fonti di carbonio, azoto, fosforo, solfato; presenza di minerali; presenza (o assenza) di ossigeno; presenza di fattori organici di crescita; assenza di inibitori chimici (ad esempio i conservanti)

CONTAMINAZIONE NEI COSMETICI

Moltissimi prodotti cosmetici contengono, in media, un’elevatissima quantità di acqua (dal 50 al 95% circa sulla base della tipologia del prodott0), creando un ambiente estremamente favorevole allo sviluppo di questi microorganismi. Il corretto sviluppo di un prodotto cosmetico deve necessariamente ridurre al minimo il rischio di contaminazione.

Per far ciò occorre:

1.In fase progettuale verificare e scegliere materie prime controllate microbiologicamente e con carica batterica minima.

2.In corso di produzione del prodotto adottare una serie di accorgimenti tali da ridurre al minimo la contaminazione del prodotto stesso.

3.Utilizzare pack che eviti che il prodotto venga continuamente a contatto con l’aria e con l’utilizzatore finale (ad esempio uso di creme in vaso).

Tali accorgimenti , tuttavia, possono ridurre la possibilità di contaminazione, ma non annullarla completamente, per cui è necessario avere un sistema conservante funzionale nel prodotto cosmetico.

In cosmetica si parla generalmente di sistema conservante perché, nella maggior parte dei casi, è necessario utilizzare un metodo che preveda più conservanti, che agiscano in sinergia combattendo i principali inquinanti.

CARATTERISTICHE DI UN “BUON” SISTEMA CONSERVANTE

Un buon sistema conservante deve:

1. Avere un ampio spettro di azione a basse concentrazioni, in modo da migliorare la tollerabilità cutanea, riducendo al minimo i problemi di intolleranze o allergie.

2. Non essere irritante alle concentrazioni d’uso.

3. Agire principalmente nella fase acquosa ossia la parte del cosmetico maggiormente soggetta a contaminazione.

4. Essere stabile e attivo in un ampio range di Ph.

5. Essere incolore, inodore e non colorare il prodotto finito.

6. Essere stabile alle radiazioni UV. Ciò è utile in tutti i prodotti cosmetici, ma assolutamente indispensabile per i prodotti solari.

7. Non essere termolabile e volatile, in modo tale da garantire la sua azione per tutta la vita del prodotto in ogni condizione di utilizzo.

CATEGORIE DI CONSERVANTI

Il Regolamento europeo 1223/2009 , allegato V, riporta l’elenco dei conservanti autorizzati nei prodotti cosmetici, con le condizioni d’uso e le percentuali massime consentite, affinchè dopo attente verifiche e test, possano essere considerati assolutamente sicuri per la salute umana.

La conservazione di un prodotto cosmetico può essere affidata ai conservanti tradizionali riportati nell’allegato (parabeni e non) o ai “conservanti non conservanti”, alcuni naturali, altri di sintesi, che non fanno parte dell’allegato, ma aiutano la conservazione del prodotto finito (esempi di questi sono Ethylhexyglycerin, Alcohol, Glycerin, Hydroxyacetophenone…). L’accentuata sensibilità di questi ultimi anni riguardo l’utilizzo dei conservanti tradizionali (tra i quali i parabeni), ha portato a limitarne l’utilizzo a favore dei conservanti “alternativi”.

Siamo però sicuri che sia sempre la scelta migliore? Di seguito riportiamo un’analisi di quali possono essere gli svantaggi dei “conservanti non conservanti” sulla base delle caratteristiche sopra riportate.

1. Avere un ampio spettro d’azione a basse concentrazioni. I “conservanti non conservanti” che non fanno parte dell’allegato V in genere non hanno un ampio spettro d’azione e necessitano di alte concentrazioni per lavorare in maniera efficace .

2. Non essere irritante alle concentrazioni d’uso. I “conservanti non conservanti” non sono regolamentati e la loro sicurezza è affidata esclusivamente agli studi eseguiti dal fornitore stesso della materia prima e non da enti indipendenti.

VERIFICA DELL’EFFICACIA DI UN SISTEMA CONSERVANTE

L’adeguatezza del sistema conservante (sia esso classico o alternativo) di un cosmetico, è una prerogativa richiesta dal Regolamento Europeo. La verifica dell’efficacia del sistema conservante viene effettuata tramite il CHALLENGE TEST.

Si tratta di una simulazione effettuata in laboratorio di ciò che accade ad un prodotto durante la produzione, la distribuzione e la manipolazione da parte del consumatore. Si basa sulla contaminazione artificiale della formulazione cosmetica con un inoculo ben determinato, preparato da ceppi di microorganismi diversi. Il numero di microorganismi sopravvissuti all’interno della formulazione, viene misurato ad intervalli stabiliti per un periodo di 28 giorni. Ogni volta e per ogni ceppo, viene calcolato il valore di riduzione e confrontato con i valori minimi richiesti per i criteri di valutazione della norma UNI EN ISO 11930:2012.

I principali ceppi analizzati nel settore cosmetico sono:

BATTERI GRAM POSITIVI: Staphylococcus aureus, comune saprofita della pelle e potenziale patogeno.

BATTERI GRAM NEGATIVI: Escherichia coli, indice di contaminazione fecale e Pseudomonas aeruginosa, ubiquitario e fortemente patogeno.

LIEVITI: Candida albicans, molto diffusa in natura e spesso implicata in situazioni patologiche

MUFFE: Aspergillus niger, spesso responsabile dell’inquinamento di prodotti mal conservati.

CONCLUSIONI

  • Una corretta conservazione di un prodotto cosmetico è indispensabile per la messa in commercio di un prodotto sicuro per la salute del consumatore e stabile nel tempo.
  • Non esiste un unico SISTEMA CONSERVANTE che vada bene per tutti i prodotti, ma è necessario lavorare su più fronti, per ottenere un prodotto sicuro, riducendo al minimo l’uso dei conservanti stessi.
  • E’ necessario verificare SEMPRE la sua efficacia, sia tramite il CHALLENGE TEST, sia tramite l’analisi microbiologica su ciascun lotto di prodotto finito, prima della sua immissione in commercio.

H.K. HAIR KULTURE ha sviluppato una serie di azioni atte a ridurre al minimo la probabilità di contaminazione delle formulazioni cosmetiche sviluppate, garantendo la sicurezza del prodotto:

  • Tutti i prodotti cosmetici vengono eseguiti in maniera conforme alle linee guida sulle Buone Pratiche di Fabbricazione (GMP) previste dal Regolamento Europeo 1223/2009.
  • Ai conservanti tradizionali vengono affiancati “conservanti non conservanti” con effetto “booster”(tecnologia cosmetica in grado di potenziarne la funzionalità), per ridurne la concentrazione, mantenendone comunque l’efficacia e la sicurezza.
  • Ogni SISTEMA CONSERVANTE viene deciso e valutato sia sulla base del prodotto da sviluppare, in modo che la sicurezza venga garantita senza inficiare l’efficacia del prodotto stesso, sia sulla base del pack nel quale il prodotto finito verrà commercializzato.
  • Ad ogni formula sviluppata, viene fatto eseguire un CHALLENGE TEST, ripetuto ogni qualvolta la formulazione venga per qualunque motivo modificata.
  • Ogni lotto di produzione di un prodotto finito, prima della sua liberazione, viene verificato nella conformità microbiologica.

Fonti:

http://dizionari.repubblica.it/Italiano/C/conserva…

Corso SICC 2015

http://www.ssica.it/

http://www.my-personaltrainer.it/cosmetici/challen…

Seminar Moda Taglio e Colore Primavera Estate 2018

eminar moda taglio e colore primavera estate 2018. Dal Blog di Hair Kulture, Natural & Technology Hair Product

Grande giornata di formazione presso l’Hotel Astoria di Parma in cui il nostro HAIR STYLIST VINCENZO DI PASQUALE ha illustrato le sue idee moda per la PRIMAVERA-ESTATE 2018. Spiegando in ogni minimo dettaglio ai partecipanti tutti i passaggi per poter arrivare ad eseguire alla perfezione i tagli delle proposte H.K. HAIR KULTURE per la stagione entrante, Vincenzo ha ribadito il concetto di come, partendo da una base di grande precisione geometrica, si possa poi dare libera enfasi alla creatività e alla sensibilità di ogni parrucchiere, alla sua capacità di adattare le conoscenze tecniche al soggetto di cui si trova a dover valorizzare la personalità.

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Ed ecco il Lungo dove tagli di forbice di grande precisione, partendo da valutazioni estremamente tecniche, portano poi ad un risultato di straordinaria leggerezza, in grado di esprimere movimenti in un’espressione di libertà fintamente casuale. Lo possiamo interpretare nella versione liscia o mossa, pettinata o spettinata, manipolata con spazzola o lasciata in un effetto di assoluta naturalezza.

Proseguiamo con il Medio, dove manteniamo la stessa idea di un percorso geometrico in cui si deve destreggiare la fantasia e l’intuizione del parrucchiere per proporre una soluzione diversa per una lunghezza un po’ difficile. Spesso viene chiesto di liberarsi dalla stanchezza dell’immagine di un bob forse un po’ troppo rigido e allora, questo medio dall’effetto di straordinaria libertà e naturalezza, nella versione selvaggia o più raffinata, resa tale dall’uso sapiente delle spazzole, può essere l’ideale.

Arriviamo infine al Corto, dove la tecnica già espressa nei precedenti tagli, diventa ancora più precisa e vincolante, in un percorso che non può comunque prescindere dalle intuizioni e dall’estro di colui che la propone. La libertà e la naturalezza come traguardo e non come punto di partenza, in un contesto di estremo rigore nell’esecuzione geometrica dei tagli, possiamo quindi dire che siano i motivi ispiratori della collezione di VINCENZO DI PASQUALE per H.K.HAIR KULTURE per la stagione PRIMAVERA ESTATE 2018.

Passiamo alle proposte colore effettuate dal Maestro Vincenzo con l’utilizzo della linea in crema KOLOURCREAM di H.K.HAIR KULTURE . Applicando la sinergia e la miscelazione di nuances tradizionali secondo la metrica del colore, Vincenzo illustra come si riescano ad ottenere straordinari effetti , unici nella loro originalità, pur nel rispetto dell’integrità del capello, garantita da una colorazione ricca in principi attivi naturali, senza nichel e a bassissimi dosaggi di ammoniaca. Partendo dall’utilizzo del Decolorante in Crema DECOBLU CREAM di H.K.HAIR KULTURE indispensabile per depauperare il capello, sciogliendone in modo non aggressivo i pigmenti naturali, con l’uso degli INTENSIFICATORI ROSSO – GIALLO e BLU, in sinergia con i ROSSI e i CENERE di KOLOURCREAM, si ottengono accattivanti giochi di colore dagli effetti altamente speciali, che non faranno passare inosservate le teste di chi vuole osare senza mettere in discussione la salute e l’integrità dei propri capelli.

IL NOSTRO HAIR STYLIST VINCENZO DI PASQUALE: UN MIX DI STORIA, TECNICA E CREATIVITA’

Vincenzo Di Pasquale hair stylist di Hair Kulture, Natural & Technology Hair Product

Nipote e figlio d’arte (il nonno fu uno dei primi ad avviare a Roma un negozio unisex, mentre il padre fu direttore tecnico nazionale ANAM), Vincenzo inizia la sua formazione internazionale nel 1984 presso la prestigiosa ACADEMY di VIDAL SASSOON, in cui rimane sino al 1987. A livello nazionale frequenta l’ACCADEMIA UNFAASM, di cui diviene nel 1990 MAESTRO e STILISTA. Nel 1993 acquisisce il titolo di MAESTRO D’ARTE UNFAASM e fonda il team GEOMETRARTE in collaborazione con altri due colleghi parrucchieri, specializzato nell’esecuzione di tagli dalle perfette geometrie, simili ad autentiche opere d’arte. Dagli anni 2000 sino ad ora, innumerevoli sono le sue collaborazioni con brands e stilisti di caratura nazionale ed internazionale, che portano Vincenzo a calcare prestigiosi palcoscenici, per sfilate, servizi fotografici e giornate di formazione. Costantemente aggiornato sulle principali tendenze moda provenienti dalle passerelle delle capitali europee ( in modo particolare quella londinese che rimane sempre la sua principale fonte d’ispirazione),  Vincenzo si propone con proprie collezioni, frutto di intuizioni e sensibilità, volte a stupire, anticipare e valorizzare ogni espressione di femminilità.

CONTINUA IL PERCORSO FORMATIVO DI H.K.HAIR KULTURE …LA CADUTA DEI CAPELLI: CAUSE E POSSIBILI SOLUZIONI

Domenica 10 settembre a Parma, presso l’Hotel Astoria, si è tenuto il secondo seminario di carattere tecnico scientifico avente per oggetto una delle principali problematiche dei capelli e che rappresenta una delle maggiori sfide con cui il parrucchiere si trova a doversi misurare: la caduta dei capelli . In prossimità del cambio stagionale e quindi del periodo topico per il manifestarsi di questo sgradevolissimo problema, H.K.HAIR KULTURE, nell’ottica di dare un servizio sempre più qualificato e professionale ai propri clienti, ha ritenuto di doverlo affrontare in maniera seria e approfondita , avvalendosi della preziosa collaborazione della dr.ssa Maria Gullo, biologa e ricercatrice dell’Università di Parma. La dr.ssa Gullo ha infatti spiegato in maniera semplice ma molto esaustiva quali possono essere le cause che determinano la caduta dei capelli, differenziandola tra fisiologica e patologica, spiegando anche come si manifesti in maniera diversa tra uomo e donna e ribadendo come limitarsi a gestire la caduta senza entrare nel merito di quelle che possono esserne le motivazioni, può portare a rendere vano qualunque tentativo di soluzione. Avere pertanto delle informazioni basilari che permettono attraverso i giusti strumenti (come la microcamera computerizzata con ingrandimenti di capelli e cuoio capelluto sino a 200 volte..) di fare corrette valutazioni sulle cause della caduta (eccesso di sebo? disidratazione? miniaturizzazione dei capelli?….) mette in condizione i parrucchieri di poter essere veramente in grado di offrire delle soluzioni concrete. Come ha avuto modo di ribadire nella seconda parte del seminario, Leo Lucidi, responsabile nazionale del settore tecnico di H.K.HAIR KULTURE, non basta quindi avere a disposizione prodotti validi , dalle formulazioni testate per ottenere specifici risultati, occorre anche capire quando e come utilizzarli e sapere eventualmente creare delle sinergie per personalizzare il trattamento, ottimizzandone in questo modo l’efficacia . La possibilità di riconoscere le cause della caduta nonché la conoscenza approfondita delle caratteristiche dei prodotti della linea tricologica IKS e delle loro modalità di utilizzo, sono pertanto la sola garanzia perché il parrucchiere possa realmente dare un servizio qualificato ai propri clienti. Affrontare quindi in modo serio e con una preparazione accurata tutte le problematiche di natura tricologica e offrirgli una linea di prodotti basata su principi naturali la cui efficacia è stata sperimentata nel tempo, può realmente far crescere il livello qualitativo della proposta del parrucchiere, metterlo in condizione di differenziarsi in un settore in cui ancora l’immagine e le tendenze modaiole tendono a prevalere tra i più, consentirgli di poter entrare direttamente in competizione con operatori all’apparenza più “qualificati” (ma nella pratica spesso non è così…), per occupare settori di mercato spesso preclusi, ma anche a volte volutamente ignorati dagli stessi parrucchieri. Ecco perché H.K.HAIR KULTURE cerca di fare del parrucchiere H.K. sempre più uno specialista della salute e della bellezza dei capelli, facendo della passione e della professionalità il motore trainante di una fattiva e appagante collaborazione.