Oggigiorno sentiamo spesso parlare di “parabeni” e, anche se il significato preciso di questo termine è ai più sconosciuto, la propaganda commerciale, ha portato ad associare questa parola a conseguenze nefaste per il nostro organismo. Molte aziende hanno infatti affidato al “paraben free” lo slogan per promuovere prodotti, a loro dire, più sicuri rispetto a quelli che ne contengono. Ma siamo sicuri che sia proprio così e soprattutto, tutti i parabeni sono da demonizzare? Vediamo di fare un po’ di chiarezza su un argomento spinoso e controverso, ma che contiene elementi di certezza nelle normative vigenti e negli studi fin qui attuati. Innanzi tutto cerchiamo di capire cosa s’intende con il termine “parabene”.
I parabeni sono una famiglia di composti organici aromatici, esteri dell’acido 4 – idrossilbenzoico ( i più utilizzati sono i metil –etil – propil – butil – isobutil e benzil) che possono essere usati soli o sotto forma di miscele per aumentarne l’efficacia. Sono generalmente prodotti dall’uomo, ma si possono trovare anche in natura, nelle piante e negli animali. I parabeni sono dei conservanti.
CHE COS’E’ UN CONSERVANTE?
I conservanti sono additivi chimici o naturali usati per favorire il mantenimento nel tempo di determinate caratteristiche di sostanze soggette ad alterazione microbiologica e/o chimico-fisica.
COME AGISCE UN CONSERVANTE?
Un conservante può agire tramite tre principali attività:
- BATTERICIDA: i batteri vengono uccisi dal conservante
- BATTERIOSTATICA: i batteri non vengono uccisi dal conservante, ma viene inibita o limitata la loro duplicazione
- FUNGICIDA: i funghi vengono uccisi dal conservante
CHE FUNZIONE HA UN CONSERVANTE?
Garantendo il mantenimento della qualità organolettica di un prodotto, ne garantisce la sua SICUREZZA. Evita infatti contaminazioni che possono essere dannose per la salute, causando irritazioni, infiammazioni ed infezioni.
PERCHE’ SI SVILUPPANO I MICROORGANISMI?
Sono diversi i fattori che possono creare un ambiente favorevole per lo sviluppo di microorganismi come batteri, lieviti e muffe. Per citarne alcuni: presenza di acqua; presenza di fonti di carbonio, azoto, fosforo, solfato; presenza di minerali; presenza (o assenza) di ossigeno; presenza di fattori organici di crescita; assenza di inibitori chimici (ad esempio i conservanti)
CONTAMINAZIONE NEI COSMETICI
Moltissimi prodotti cosmetici contengono, in media, un’elevatissima quantità di acqua (dal 50 al 95% circa sulla base della tipologia del prodott0), creando un ambiente estremamente favorevole allo sviluppo di questi microorganismi. Il corretto sviluppo di un prodotto cosmetico deve necessariamente ridurre al minimo il rischio di contaminazione.
Per far ciò occorre:
1.In fase progettuale verificare e scegliere materie prime controllate microbiologicamente e con carica batterica minima.
2.In corso di produzione del prodotto adottare una serie di accorgimenti tali da ridurre al minimo la contaminazione del prodotto stesso.
3.Utilizzare pack che eviti che il prodotto venga continuamente a contatto con l’aria e con l’utilizzatore finale (ad esempio uso di creme in vaso).
Tali accorgimenti , tuttavia, possono ridurre la possibilità di contaminazione, ma non annullarla completamente, per cui è necessario avere un sistema conservante funzionale nel prodotto cosmetico.
In cosmetica si parla generalmente di sistema conservante perché, nella maggior parte dei casi, è necessario utilizzare un metodo che preveda più conservanti, che agiscano in sinergia combattendo i principali inquinanti.
CARATTERISTICHE DI UN “BUON” SISTEMA CONSERVANTE
Un buon sistema conservante deve:
1. Avere un ampio spettro di azione a basse concentrazioni, in modo da migliorare la tollerabilità cutanea, riducendo al minimo i problemi di intolleranze o allergie.
2. Non essere irritante alle concentrazioni d’uso.
3. Agire principalmente nella fase acquosa ossia la parte del cosmetico maggiormente soggetta a contaminazione.
4. Essere stabile e attivo in un ampio range di Ph.
5. Essere incolore, inodore e non colorare il prodotto finito.
6. Essere stabile alle radiazioni UV. Ciò è utile in tutti i prodotti cosmetici, ma assolutamente indispensabile per i prodotti solari.
7. Non essere termolabile e volatile, in modo tale da garantire la sua azione per tutta la vita del prodotto in ogni condizione di utilizzo.
CATEGORIE DI CONSERVANTI
Il Regolamento europeo 1223/2009 , allegato V, riporta l’elenco dei conservanti autorizzati nei prodotti cosmetici, con le condizioni d’uso e le percentuali massime consentite, affinchè dopo attente verifiche e test, possano essere considerati assolutamente sicuri per la salute umana.
La conservazione di un prodotto cosmetico può essere affidata ai conservanti tradizionali riportati nell’allegato (parabeni e non) o ai “conservanti non conservanti”, alcuni naturali, altri di sintesi, che non fanno parte dell’allegato, ma aiutano la conservazione del prodotto finito (esempi di questi sono Ethylhexyglycerin, Alcohol, Glycerin, Hydroxyacetophenone…). L’accentuata sensibilità di questi ultimi anni riguardo l’utilizzo dei conservanti tradizionali (tra i quali i parabeni), ha portato a limitarne l’utilizzo a favore dei conservanti “alternativi”.
Siamo però sicuri che sia sempre la scelta migliore? Di seguito riportiamo un’analisi di quali possono essere gli svantaggi dei “conservanti non conservanti” sulla base delle caratteristiche sopra riportate.
1. Avere un ampio spettro d’azione a basse concentrazioni. I “conservanti non conservanti” che non fanno parte dell’allegato V in genere non hanno un ampio spettro d’azione e necessitano di alte concentrazioni per lavorare in maniera efficace .
2. Non essere irritante alle concentrazioni d’uso. I “conservanti non conservanti” non sono regolamentati e la loro sicurezza è affidata esclusivamente agli studi eseguiti dal fornitore stesso della materia prima e non da enti indipendenti.
VERIFICA DELL’EFFICACIA DI UN SISTEMA CONSERVANTE
L’adeguatezza del sistema conservante (sia esso classico o alternativo) di un cosmetico, è una prerogativa richiesta dal Regolamento Europeo. La verifica dell’efficacia del sistema conservante viene effettuata tramite il CHALLENGE TEST.
Si tratta di una simulazione effettuata in laboratorio di ciò che accade ad un prodotto durante la produzione, la distribuzione e la manipolazione da parte del consumatore. Si basa sulla contaminazione artificiale della formulazione cosmetica con un inoculo ben determinato, preparato da ceppi di microorganismi diversi. Il numero di microorganismi sopravvissuti all’interno della formulazione, viene misurato ad intervalli stabiliti per un periodo di 28 giorni. Ogni volta e per ogni ceppo, viene calcolato il valore di riduzione e confrontato con i valori minimi richiesti per i criteri di valutazione della norma UNI EN ISO 11930:2012.
I principali ceppi analizzati nel settore cosmetico sono:
BATTERI GRAM POSITIVI: Staphylococcus aureus, comune saprofita della pelle e potenziale patogeno.
BATTERI GRAM NEGATIVI: Escherichia coli, indice di contaminazione fecale e Pseudomonas aeruginosa, ubiquitario e fortemente patogeno.
LIEVITI: Candida albicans, molto diffusa in natura e spesso implicata in situazioni patologiche
MUFFE: Aspergillus niger, spesso responsabile dell’inquinamento di prodotti mal conservati.
CONCLUSIONI
- Una corretta conservazione di un prodotto cosmetico è indispensabile per la messa in commercio di un prodotto sicuro per la salute del consumatore e stabile nel tempo.
- Non esiste un unico SISTEMA CONSERVANTE che vada bene per tutti i prodotti, ma è necessario lavorare su più fronti, per ottenere un prodotto sicuro, riducendo al minimo l’uso dei conservanti stessi.
- E’ necessario verificare SEMPRE la sua efficacia, sia tramite il CHALLENGE TEST, sia tramite l’analisi microbiologica su ciascun lotto di prodotto finito, prima della sua immissione in commercio.
H.K. HAIR KULTURE ha sviluppato una serie di azioni atte a ridurre al minimo la probabilità di contaminazione delle formulazioni cosmetiche sviluppate, garantendo la sicurezza del prodotto:
- Tutti i prodotti cosmetici vengono eseguiti in maniera conforme alle linee guida sulle Buone Pratiche di Fabbricazione (GMP) previste dal Regolamento Europeo 1223/2009.
- Ai conservanti tradizionali vengono affiancati “conservanti non conservanti” con effetto “booster”(tecnologia cosmetica in grado di potenziarne la funzionalità), per ridurne la concentrazione, mantenendone comunque l’efficacia e la sicurezza.
- Ogni SISTEMA CONSERVANTE viene deciso e valutato sia sulla base del prodotto da sviluppare, in modo che la sicurezza venga garantita senza inficiare l’efficacia del prodotto stesso, sia sulla base del pack nel quale il prodotto finito verrà commercializzato.
- Ad ogni formula sviluppata, viene fatto eseguire un CHALLENGE TEST, ripetuto ogni qualvolta la formulazione venga per qualunque motivo modificata.
- Ogni lotto di produzione di un prodotto finito, prima della sua liberazione, viene verificato nella conformità microbiologica.
Fonti:
http://dizionari.repubblica.it/Italiano/C/conserva…
Corso SICC 2015
1 Comment
gYqPydCx