L'alopecia da stress (o alopecia psicogena) si
configura come un disturbo
psicosomatico causato dallo stress e dalle tensioni
nervose.
Per
una migliore comprensione di questa forma di alopecia è necessario prima
inquadrare la sua causa scatenante, ossia lo stress.
Lo
stress è una reazione che si
manifesta quando una persona percepisce uno squilibrio tra le sollecitazioni
ricevute e le risorse a disposizione. Si tratta, precisamente, di una sindrome generale di adattamento (SGA) atta a ristabilire un nuovo
equilibrio interno (omeostasi) in seguito a fattori di stress (stressors).
Lo stress ha quindi la funzione benefica di attivare risorse e guidarci alla
risoluzione di problemi e lo possiamo suddividere in tipo acuto oppure cronico.
Lo stress acuto si traduce in un episodio sporadico e di breve durata, la
cui risposta consiste nella reazione di allarme (definita in questo caso di
“attacco o fuga”), in una resistenza di brevissima durata e un quasi istantaneo
ritorno alla normalità.
Lo stress cronico invece è più complesso e si traduce in un episodio o una
situazione di lunga durata. A seconda della sua manifestazione possiamo suddividerlo in cronico intermittente e cronico propriamente
detto.
Il primo consiste in una serie di episodi costanti di stressors, mentre il
secondo in una situazione generale di stress che, malauguratamente per colui
che ne è vittima, si conclama anche in assenza di stressors.
Lo stress cronico può avere varie conseguenze come la perdita della
capacità di rilassarsi, mal di testa, tensioni muscolari, abbassamento delle
difese immunitarie e come appunto già detto, l’alopecia psicogena.
Uno
stress forte e improvviso (stress acuto) spesso è dovuto a un evento emotivo
molto importante e può far cadere centinaia di capelli in fase di riposo
(telogen effluvium acuto). I capelli si rifugiano nella fase di telogen,
bloccando ogni attività e arrivando dopo tre mesi a cadere, senza peraltro
risultare danneggiata la struttura del follicolo che finito, il momento di
stress, sarà pronto per un nuovo ciclo. Si
tratta pertanto di una forma di alopecia reversibile.
Se lo
stress è meno intenso e più costante nel tempo (stress cronico), avremo invece
un telogen effluvium cronico dove la perdita sarà meno importante, ma sarà
anche più difficile risolvere il problema.
Questi
due tipi di Telogen Effluvium contribuiscono non poco a velocizzare
l’evoluzione di altre forme di calvizie. Il follicolo tende ad accelerare
ulteriormente il suo ciclo e i capelli nella fase di telogen aumentano
notevolmente di numero. Spesso non riescono neanche a passare alla fase di
riposo e cadono nella fase di crescita, diventando sempre più piccoli e
sottili.
Nella
risposta veloce, ossia durante lo stress acuto, il sistema simpatico causa il rilascio di adrenalina e noradrenalina (gli ormoni dell’
“attacca o fuggi”), che permettono
all’organismo di affrontare un pericolo imminente.
Nella risposta lenta invece l'ipotalamo secerne l’ormonecorticoliberina (CHR)che a sua voltastimola il rilascio della corticotropina ( ACTH) e
della vasopressina
(ADH).
L'ADH (o vasopressina) determina la ritenzione idrica che causa
l’aumento di volume ematico e la costrizione dei vasi.
L'ACTH agisce invece a livello corticale surrenale, stimolando
il rilascio di cortisolo e aldosterone. Il cortisolo induce il fegato a rilasciare glucosio nel
sangue, per permettere all’organismo di affrontare il momento di bisogno con
maggiori risorse energetiche, ma se lo stress diventa continuo nel tempo, il
cortisolo, da utile baluardo dei nostri bisogni, diventa sostanza dannosa
capace di “corrodere” le funzioni più importanti del nostro organismo. L’eccesso
di glucosio provoca infatti alterazioni nella produzione d’insulina e manda in
tilt l’equilibrio ormonale. Un’alterazione della produzione di glucosio determina
l’intolleranza del primo e insulino resistenza, condizioni che possono portare
al diabete. Vengono rilasciate nel sangue maggiori quantità di grassi che a
lungo andare provocano un aumento di colesterolo e trigliceridi e un
conseguente incremento del rischio cardiovascolare. Si ha poi un maggior utilizzo
da parte dell’organismo degli aminoacidi dei tessuti muscolari, riducendo così
le risorse proteiche dei nostri muscoli. La pelle diventa più sottile e meno
elastica e si indeboliscono i tessuti linfoidi, deputati a modulare le difese
immunitarie del nostro organismo. Inoltre la liberazione eccessiva e costante
di cortisolo è anche in grado di danneggiare la mucosa gastrica. Gastriti,
esofagite da reflusso, lesioni ulcerose sono spesso correlate alle alterazioni
di quest’ormone. Adrenalina e cortisolo sono i due
ormoni dello “stress” capaci di risolverci un sacco di problemi se secreti
nelle giuste quantità, ma nemici della salute se prodotti in eccesso.
Per capire come lo stress possa influire
sul “blocco” delle attività del capello bisogna prima specificare un concetto
base, ossia l’azione dell'AdenosinaMonofosfatoCiclico (AMPciclico o cAMP) . L’AMP ciclico, importante
metabolita, se non “disturbato”,adempie costantemente ai suoi compiti e
consente alle cellule di produrre energia con la glicolisi e compiere in
maniera normale le loro funzioni.
Il suo ruolo in questo caso è attivare quei
processi metabolici per produrre costantemente energia per costruire le
proteine del capello, permettere a quelle della matrice di produrre cheratina e
ai melanociti di secernere i pigmenti necessari. Le cellule della matrice hanno
sulla membrana anche dei recettori alfa per l’adrenalina e la noradrenalina. Lo
stress scatena la produzione di questi ormoni, e si ipotizza che legandosi al
recettore alfa, provochino inibizione dell’attività dell’AMP ciclico,
inibizione della glicolisi, riduzione dell’attività delle cellule del follicolo
e conseguente perdita dei capelli.
In qualche maniera l’adrenalina e la
noradrenalina prodotte in eccesso a causa di uno stress fisico o psichico,
contribuiscono assieme al DHT (driidrotestosterone – ormone androgeno derivato del
testosterone) nell’azione di “disturbo” delle attività metaboliche del
follicolo pilifero.
Non per niente sono stati riferiti casi in cui a
seguito di un forte spavento o stress anche l’attività dei melanociti veniva
bruscamente fermata. L’adrenalina prodotta in eccesso e lo stress ossidativo,
impediscono così alla maggior parte dei melanociti di produrre la melanina.
Ecco perché non è luogo comune che, a seguito di periodi prolungati di stress,
aumentino i capelli bianchi!
L’aumento di cortisolo che si determina da uno
stress prolungato negli anni, inibisce la produzione di tutti gli eicosanoidi
(ormoni locali), sia quelli dannosi che provocano infiammazione, sia quelli
benefici che permettono una comunicazione ormonale perfetta dei sistemi
cardiovascolare, nervoso e immunitario.
Nel caso dei capelli, il cortisolo,
bloccando l’azione di questi eicosanoidi “buoni”, altera l’azione dell’ AMP
ciclico con conseguenze gravi su tutta l’attività cellulare del follicolo.
Il
cortisolo in eccesso, inoltre, mobilita continuamente glucosio nel sangue, che,
in tal misura, è in grado di alterare (glicolisare) la struttura molecolare
delle proteine destinate ai processi rigenerativi del nostro organismo, come ad
esempio quelle coinvolte nella formazione della cheratina dei capelli.
I
disordini metabolici e le interferenze nei messaggi ormonali più o meno transitori,
causati dallo stress determinano inoltre,
come diretta conseguenza, la formazione di radicali liberi.
I radicali liberi possono ossidare grassi,
proteine, DNA, danneggiando la struttura di queste molecole. Le cellule
“operaie” della matrice del capello, deputate alla continua produzione di
cheratina, possono essere influenzate dallo stress ossidativo dei radicali
liberi, i quali peraltro danneggiano anche gli enzimi e le molecole del bulbo
pilifero, scatenando una reazione a catena che negli anni provoca un accelerato
invecchiamento della struttura del capello. Il follicolo pilifero subisce una
parziale alterazione del ciclo e le cellule germinative (cellule della matrice)
anticipano la loro temporanea “morte” cellulare (apoptosi). Il periodo catagen,
che prepara il follicolo pilifero alla nascita di un nuovo capello risulta così
alterato e imperfetto, determinando nel tempo un diradamento costante.
Da
quest’analisi appare pertanto evidente come una condizione di stress, a partire
da singoli episodi, sino ad arrivare alla cronicità, metta a serio rischio la
nostra salute, coinvolgendo le principali funzioni dei nostri organi, tra cui,
come abbiamo visto, anche la salute e la bellezza dei nostri capelli. Sarebbe
pertanto importante ridurre le fonti ansiogene e cercare di vivere in una
condizione di equilibrio fisico ed emotivo, ma dal momento che è la stessa
società in cui viviamo ad imporci ritmi cui diventa molto complicato sottrarsi,
quantomeno possiamo aiutare il nostro organismo ad affrontare al meglio della propria condizione, le
conseguenze determinate dallo stress. Diventa pertanto fondamentale avere uno
stile di vita adeguato e una giusta
alimentazione che rafforzi il sistema immunitario e fornisca tutti i nutrienti
indispensabili per ottimizzare gli scambi che avvengono nel nostro organismo.
Per quanto riguarda i capelli, un grande aiuto può darlo acquisire sane
abitudini di igiene e cura degli stessi con prodotti non aggressivi,
finalizzati a mantenere inalterato l’equilibrio del film idrolipidico della
cute, a nutrire e idratare quando serve, a restituire le proteine danneggiate,
attraverso la sinergia di componenti finalizzati proprio a rimediare ai danni delle
alterazioni metaboliche cui sono sottoposte le cellule del follicolo e del
capello a causa dello stress. Noi di H.K. Hair Kulture, con la nostra linea
tricologica IKS ad estrazione naturale, è quello che ci sforziamo di fare.